sabato 2 febbraio 2008

Lampi accecanti di ovvietà

Ridere delle ovvietà, delle umane debolezze, delle italiche miserie, questa la scommessa, vinta alla grande, di Enrico Bertolino e del suo nuovo spettacolo teatrale “Lampi di accecante ovvietà”, ieri sera al Teatro delle Celebrazioni di Bologna, davanti ad un pubblico numeroso e divertito.
Niente satira sferzante, niente volgarità gratuite ma tanta attualità politica (Mastella e consorte, Prodi e la sua faccia da Braccobaldo invecchiato, Berly Potter, Padoa-Schioppa che dice che le tasse sono bellissime), tanta satira di costume e persino un pezzo su Bologna, scritto appositamente da Curzio Maltese.
In una scenografia essenziale fatta di cubi su cui si alternano la immagini e i filmati, esilaranti quelli che mostrano i nostri politici alle prese con l’inglese, Bertolino si muove per quasi due ore con il garbo e l’eleganza che hanno fatto di lui il gentleman della comicità, accompagnato al pianoforte da Teo Ciavarella, anche lui rinchiuso in uno dei cubi.
Lo spettacolo inizia con un invito al pubblico a dormire insieme a lui, “siamo stanchi è venerdì e il teatro è un luogo adatto per dormire”, ma ben presto i sogni si trasformano in incubi, in immagini di un Paese che tutto è fuorché normale, perché in un paese normale i voli non saltano perché manca l’aeromobile, i parlamentari non si aumentano gli stipendi da soli, senza che la Corte dei Conti possa intervenire ma soprattutto non c’è Mastella a capo del Ministero della Giustizia, che ora non abbiamo più.
Quindi non resta che una soluzione, prendere il megafono e “pronti, azione, via” diventare registi della nostra vita. L’impiegata della compagnia aerea risponde seccata alle proteste dei passeggeri bloccati in aeroporto: a casa; lo specialista non sa dirti perché stai male e ti dice che “di qualcosa si deve pur morire” pensando di fare una battuta: niente parcella se non a guarigione avvenuta; la compagna di letto vuole fare un dibattito mentre stai per addormentarti e da mesi si nega: zitta altrimenti “andare a rompere i … a qualcun altro.”
Bertolino racconta con intelligenza e passione civile l’Italia di oggi e lo spettacolo, diretto da Massimo Navone, scorre veloce, tra battute fulminanti, frasi in dialetto meneghino, immagini divertenti e la naturale verve comica dell’ex bancario che sogna un Italia normale.
Ultima replica sabato 2 febbraio sempre al Teatro delle Celebrazioni di Bologna.
Claudia Morselli

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