sabato 17 maggio 2008

Superba "Norma" Daniela Dessì affascina Bologna

Si respirava un po' di aria di Sardegna, al Teatro Comunale di Bologna, per la prima recita del capolavoro di Vincenzo Bellini, «Norma».
Ad interpretare la «druidessa» era infatti il soprano Daniela Dessì, artista tra le più apprezzate nell'attuale panorama lirico internazionale, che - pur essendo nata a Genova - vanta origini tutte sarde, essendo suo padre un militare cagliaritano, trapiantato in Liguria per motivi di lavoro. Anche se la Dessì è oggi cittadina del mondo, grazie ad una carriera ormai quasi trentennale che l'ha portata ad esibirsi nei maggiori teatri, le sue origini sarde non sono mai state rinnegate, tutt'altro.
Per la Dessì è il cinquantaquattresimo personaggio, per il cui debutto ha scelto ancora una volta Bologna, forse perché il pubblico bolognese l'ha sempre amata e apprezzata, non facendole mai mancare quell'affetto che è necessario per sostenere una prova così difficile e molto faticosa, considerato che il personaggio di Norma canta moltissimo, rispetto alla media di tante altre opere del repertorio della prima metà dell'Ottocento.
Certo la Dessì, rispetto ad altre interpreti del nostro tempo, arriva relativamente tardi ad interpretare Norma.
Al fianco della Dessì Fabio Armiliato, compagno di scena e di vita della Dessì ormai da tempo, che interpreta Pollione accanto a Kate Aldrich (Adalgisa) e Rafal Siwek (Oroveso).
Oltre all'interesse per il debutto della Dessì nel ruolo di Norma, l'allestimento del Comunale di Bologna si segnala anche per le scene disegnate da Mario Schifano per il Petruzzelli di Bari, mai viste perché il teatro bruciò prima dell'allestimento dell'opera: una curiosa coincidenza, dal momento che l'opera per la quale il grande artista ideò le scene si conclude proprio con un rogo.
I bozzetti originali, che sopravvivendo hanno permesso la ricostruzione delle scene, sono esposti nel foyer del Comunale.
Si diceva del successo e dell'apprezzamento della prova del soprano. Marco Beghelli, grande conoscitore del melodramma italiano ottocentesco e della sua prassi esecutiva, sul Giornale della musica on-line, riconosce a caldo che «l'esito è vincente e soddisfa le migliori aspettative. Il personaggio di Norma vocalmente c'è tutto, con un'evoluzione che parte da una "Casta diva" quasi di giovane spaurita e cresce verso la consapevolezza di donna matura. Rifuggendo da imitazioni, il soprano rimodella il personaggio sulla sua voce, fatta di dolcezze infinite ma capace di potenziarsi nell'invettiva violenta».
Claudia Morselli

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