Otto anni dopo il memorabile tour che portò la band di Billy Corgan in Italia, prima dell’annunciato scioglimento, gli Smashing Pumpkins sono tornati, un nuovo album alle spalle e una grande voglia di rendere indimenticabile questo ritorno.
Corgan, ricostruita la sua band quasi da zero (l’unico componente che ha resistito alla prova degli anni e allo scioglimento del 2000 è il batterista Jimmy Chamberlin), propone due ore e mezza di grande rock, scatena la sua energia e la sua potenza vocale smentendo ogni voce che parlava di una reunion forzata e lontana dai fasti degli anni 90.
Gli Smashing Pumpkins salgono sul palco alle 21, con una puntualità più unica che rara, e aprono il loro live con la lunga “Porcelina Of The Vast Oceans”, un brano di nove minuti che scalda immediatamente la folla accorsa al PalaMalaguti di Bologna per ritrovare le “zucche”.
Il concerto, seppur debole dal punto di vista dell’illuminazione e della coreografia, è tutto nella verve di Billy Corgan e la sua chitarra, che lentamente sembra trasformarsi in una protesi del corpo, sembra lanciare fiamme ad ogni riff, il suo sound è graffiante come un rasoio e sembra sparare verso il pubblico pallottole con ali di farfalla.
L’ultimo grande successo è “1979”, proposta in versione acustica, fino alla chiusura affidata all’ottima “Cherub Rock”, forse non adatta per essere l’ultima canzone di una setlist (sarebbe stata più adeguata Tonight Tonight probabilmente), ma che comunque regala al concerto l’ultima scarica di adrenalina.
Il ritorno in Italia degli Smashing Pumpkins si rivela un successo, due ore e mezza di grande musica, composta da scariche di elettricità alternate a ballate di grande effetto. Billy Corgan conferma tutte le sue doti di frontman, prendendo per mano ogni singolo spettatore e lanciandolo in un vortice di rock potente e scintillante.
Un live pienamente riuscito, e se è vero che “il mondo è un vampiro”, come canta Corgan, allora gli Smashing Pumpkins rappresentano un valido antidoto.
Corgan, ricostruita la sua band quasi da zero (l’unico componente che ha resistito alla prova degli anni e allo scioglimento del 2000 è il batterista Jimmy Chamberlin), propone due ore e mezza di grande rock, scatena la sua energia e la sua potenza vocale smentendo ogni voce che parlava di una reunion forzata e lontana dai fasti degli anni 90.
Gli Smashing Pumpkins salgono sul palco alle 21, con una puntualità più unica che rara, e aprono il loro live con la lunga “Porcelina Of The Vast Oceans”, un brano di nove minuti che scalda immediatamente la folla accorsa al PalaMalaguti di Bologna per ritrovare le “zucche”.
Il concerto, seppur debole dal punto di vista dell’illuminazione e della coreografia, è tutto nella verve di Billy Corgan e la sua chitarra, che lentamente sembra trasformarsi in una protesi del corpo, sembra lanciare fiamme ad ogni riff, il suo sound è graffiante come un rasoio e sembra sparare verso il pubblico pallottole con ali di farfalla.
L’ultimo grande successo è “1979”, proposta in versione acustica, fino alla chiusura affidata all’ottima “Cherub Rock”, forse non adatta per essere l’ultima canzone di una setlist (sarebbe stata più adeguata Tonight Tonight probabilmente), ma che comunque regala al concerto l’ultima scarica di adrenalina.
Il ritorno in Italia degli Smashing Pumpkins si rivela un successo, due ore e mezza di grande musica, composta da scariche di elettricità alternate a ballate di grande effetto. Billy Corgan conferma tutte le sue doti di frontman, prendendo per mano ogni singolo spettatore e lanciandolo in un vortice di rock potente e scintillante.
Un live pienamente riuscito, e se è vero che “il mondo è un vampiro”, come canta Corgan, allora gli Smashing Pumpkins rappresentano un valido antidoto.
Claudia Morselli
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