giovedì 31 gennaio 2008

I giovani al cinema!


Dal 1° febbraio 2008 la Fice Emilia Romagna realizza un’iniziativa promozionale sul prezzo d’ingresso al cinema, rivolta ai giovani frequentatori delle sale d’essai e finalizzata ad attuare gli obiettivi dell'Accordo di programma quadro in materia di politiche giovanili e attività sportive, realizzato dal Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive e dalla Regione Emilia Romagna.
Tra questi obiettivi figura la volontà di favorire i consumi culturali meritori nel mondo giovanile.
Il progetto, finanziato dal Ministero, dalla Regione e dalla Fice stessa con una somma complessiva di 470 mila euro nel triennio 2007-2009, è incentrato sull’applicazione del costo d’ingresso di 3 euro in un giorno alla settimana per i giovani fino ai 30 anni compiuti che si rechino nelle sale cinematografiche del circuito d’essai dell’Emilia Romagna.
L’iniziativa sarà supportata da un’importante campagna promozionale basata sullo slogan “Chi fa d’essai fa per tre”.
“L’obiettivo – dichiara Alberto Tagliafichi, presidente Fice dell’Emilia Romagna - è evidentemente quello di incrementare le presenze in tale giornata e, più in generale, rilanciare l’appeal del circuito d’essai dando un segnale molto forte di attenzione al mondo giovanile.”
Al circuito Fice aderiscono i cinema impegnati a proporre il meglio del cinema d’essai e di qualità.
Al progetto partecipano sale in tutte le province con 61 schermi per 51 cinema.
Sul sito http://www.cinemaeurotre.it/ l’elenco di tutte le sale che aderiscono all’iniziativa.
Claudia Morselli

martedì 29 gennaio 2008

Art White Night tiene sveglia Bologna

L'arte scende in strada.
Ci voleva ArteFiera per organizzare anche a Bologna una notte bianca. E, se in realtà non è stata proprio una notte intera, almeno qualche ora è stata assicurata. Tra le 20 e le 24 di sabato 26 gennaio il centro di Bologna si è trasformato in una grande vetrina dell'arte contemporanea. Aperture serali di musei, gallerie e negozi. Concerti mostre e un buffet itinerante in palazzi e luoghi storici della città.
E a mezzanotte chiusura con i fuochi artificiali in Piazza Maggiore.
È stato uno straordinario successo di pubblico ai musei civici, con il pubblico che ha potuto visitare le collezioni permanenti e le opere di artisti contemporanei installate nei musei della città, straordinariamente aperti fino alle 24.00.
Incalcolabile il numero di visitatori del cortile d’onore di Palazzo d'Accursio, che accoglie una grande scultura di Arnaldo Pomodoro e una installazione di Fabrizio Plessi; 1324 i visitatori del Museo Morandi, quasi mille quelli delle Collezioni Comunali d’Arte.
Almeno 5mila persone è la prudente stima formulata dai responsabili della Biblioteca dell’Archiginnasio, che ospita una installazione di Herbert Hamak, nonché l’affollatissima mostra Carducci e i miti della bellezza.
Stesso successo al Museo Archeologico, che presenta una installazione di Andrea Santarlasci e un'opera storica di Nanni Valentini oltre alla mostra Libri e documenti. Arte povera 1966-1980.
671 le presenze registrate al Museo Medievale che ospita la mostra La croce dipinta di Marco Zoppo e la cultura pierfrancescana a Bologna, a cui si aggiungono le centinaia di visitatori che hanno ammirato nel cortile del museo l’allestimento di un'opera di Alex Pinna.
1.622 sono stati invece gli ingressi al Museo della Musica, dove per l'ultima sera è stato possibile visitare la fortunata mostra Callas sempre Callas, nonché scoprire un’opera di Antonella Zazzera.
Infine sono state più di 3000 le presenze a MAMbo per le tre mostre personali dedicate a Luigi Ontani, Guyton Walker e Ding Yi, che vanno ad aggiungersi ai 6000 che hanno preso parte all’inaugurazione del giorno precedente.
Claudia Morselli

lunedì 28 gennaio 2008

A Bologna si decide il futuro del telescopio Hubble

150 scienziati da tutto il mondo sotto le due torri dal 29 al 31 gennaio per discutere dell’ultima sfida del leggendario satellite

Dato più volte per spacciato, vittima da una parte della veneranda età (18 anni) e dall’altra dei tagli ai finanziamenti per le missioni spaziali ad alto rischio, il Telescopio Spaziale Hubble - il gioiello della NASA e dell’ESA che ha rivoluzionato le nostre conoscenze sull’Universo - sta per vivere un’ultima stagione di successi. È stata infatti approvata dalla NASA una quarta e ultima missione di manutenzione, prevista per il prossimo agosto, che garantirà a Hubble altri quattro anni di attività. Quattro anni che gli astrofisici intendono utilizzare nel migliore dei modi. Per decidere come, si riuniranno a Bologna oltre 150 scienziati da tutto il mondo, da domani e fino al 31 gennaio, per un workshop internazionale organizzato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica e dall’Università di Bologna.
Hubble si è dimostrato uno strumento insostituibile per la comunità scientifica mondiale. Grazie alla sua capacità di osservare l’Universo molto più in profondità di ogni altro telescopio (e dunque molto più indietro nel tempo) e con una risoluzione spaziale talmente elevata da permettere di distinguere le singole stelle all’interno degli ammassi globulari, ha segnato un’intera generazione di astronomi.
Mai nessun telescopio spaziale è stato tanto “coccolato”. D’altronde, Hubble è un satellite leggendario. Messo in orbita nel 1990, ha regalato alla comunità scientifica e al grande pubblico diciotto anni di dati eccezionali, di immagini suggestive e di emozioni. Già, perché per raggiungere la qualità ineguagliabile che lo caratterizza, e per mantenersi in perfetta forma fino alla maggiore età, sono state necessarie ben tre missioni spaziali di manutenzione (1997, 1999 e 2002). Senza contare l’intervento radicale, effettuato nel 1993, per risolvere un problema di messa a fuoco, una tra le missioni più complesse e ardite che gli astronauti della NASA si siamo mai trovati ad affrontare. Ora, grazie alla missione di agosto 2008, Hubble potrà raggiungere l’apice delle sue possibilità. E forse riuscirà persino a individuare, per la prima volta, un buco nero all’interno di un ammasso globulare: probabilmente uno tra i desideri proibiti in cima alla lista che uscirà dal convegno bolognese.
Claudia Morselli

domenica 27 gennaio 2008

“C'è un posto per te”


L'esigenza di rendere le città italiane più vivibili e sostenibili sta portando molte amministrazioni locali a prendere provvedimenti drastici in tema di mobilità. Nei grandi centri urbani l'intervento pubblico rappresenta l'unico modo per incidere sugli spostamenti dei cittadini, con interventi che spesso sono volti alla riduzione dei mezzi in circolazione per periodi di tempo determinati o a “pass” per l'ingresso nei centri storici.
In molte città italiane sono stati elaborati anche piani alternativi di mobilità sostenibile che, senza eccessive limitazioni, stanno cercando di trasmettere ai cittadini abitudini sane e intelligenti per i percorsi, come quello casa-lavoro, che si compiono quotidianamente.
Fra le pubbliche amministrazioni che si stanno impegnando in questi progetti c'è anche la Provincia di Bologna che, dal 9 gennaio ha avviato il nuovo progetto di carpooling “C'è un posto per te” per far diventare l'auto, a Bologna e provincia, un mezzo di trasporto condiviso fra più persone.
L'iniziativa, realizzata con la collaborazione della Fondazione Carisbo e di 15 Comuni del circondario aderenti al protocollo d'intesa, mira a far diminuire il traffico cittadino, specialmente nei tragitti lunghi che molti pendolari compiono abitualmente in entrata nel capoluogo emiliano.
A questo proposito la Provincia ha predisposto una campagna di comunicazione nei comuni interessati ed un apposito sito (http://www.autocondivisa.bo.it/) in cui, dopo essersi registrati, è possibile segnalare i propri tragitti e gli orari di percorrenza degli stessi. Attraverso la registrazione dell'utente sul sito vengono subito filtrati possibili tragitti e dati dei partecipanti. Informazioni che, elaborate da un apposito software, permetteranno di gestire al meglio richieste e offerte di passaggio per formare equipaggi in modo ordinato.
Il sito descrive inoltre il piano di carpooling nel dettaglio e, oltre a favorire l'incontro fra gli interessati al progetto, permette di essere sempre aggiornati sulle ultime novità in tema di mobilità sostenibile (es: qualità dell'aria, tecnologie anti-inquinamento).
Claudia Morselli

giovedì 24 gennaio 2008

una roba scomoda

Parla di un atto di ribellione il nuovo film di Wilma Labate signorinaeffe, che insegue le vicende che infiammarono Torino e la Fiat nel settembre 1980.
Evento paradigmatico che condizionò il futuro lavorativo e di classe del bel Paese, immerso negli anni caldi del terrorismo e del tentativo di cambiamento originato dal disagio di una generazione che non fu capace troppo spesso di dialogare.
La connotazione socio - politico - storica è nota, o si spera che lo sia.
Partendo dall'atto di ribellione nei confronti della famiglia di umili origini meridionali, inseguiamo la passione di Emma, interpretata dall'intensa e molto bella Valeria Solarino, che preferisce all'ingegnere Fiat Silvio (Fabrizio Gifuni) il ribelle operaio Sergio (Filippo Timi).
Il film utilizza il registro del mélo, per stessa ammissione della regista, per narrare gli eventi di cui la storia d'amor dei due contro il mondo è catalizzatore di strappi e lacerazioni di un'epoca. Glissando volontariamente, a parte le parole facinorose di un oste, nel trattare gli atti violenti che contiguamente avevano imperversato nella Torino di quegli anni (come la rappresaglia terroristica che subirono 61 dipendenti Fiat poco prima dello sciopero generale degli operai, i colletti blu, che risposero alla decisione arbitraria di licenziarne 14.000), nel guardare dentro e fuori gli animi dei protagonisti si cerca di materializzare e dare vita a ciò che si manifestò in quei giorni.
Perno è la figura femminile di Emma, il suo riscuotersi a poco a poco da un sogno altrui, quello di rivalsa della propria famiglia, in un'epoca che non fa i conti con il cambiamento sociale che corre inesorabile.
Nel contatto con Sergio, l'inseguirsi dei loro sguardi, il contrarre la loro passione, sotto gli occhi di un mondo i cui cardini si sgretolano lentamente, avviene la marcia dei 40.000 colletti bianchi, i dipendenti Fiat pro azienda.
La classe operaia ha perso; contentino, un accordo sindacati - azienda, frutto delle collusioni con la politica. Ha perso la passione, sacrificando se stessa. Emma ritorna da Silvio, chiedendo la salvezza di Sergio. Crolla il senso di classe, l'identità a cui appartenere e per cui combattere. Largo ai furbetti.
Le didascalie ci ricordano che il padrùn di Torino dopo qualche anno servirà la sua vendetta, licenziando 24.000 dipendenti in tutto lo stivale.
La donna Emma cammina dopo anni per Torino e sale su un taxi dove trova Sergio. Un accenno di sorriso sul suo viso di nuovo di ragazza sembra diradare le ombre della storia.
Claudia Morselli

E' il momento di Bologna!

Bologna si fa bella e si veste di arte.
Quella contemporanea, che invaderà la città felsinea con la 32ma edizione di Arte Fiera Art First (24-28 gennaio), la mostra-mercato più importante d’Italia che si conferma imprescindibile punto d’incontro e di scambio per il sistema dell’arte internazionale, moderna e contemporanea.
Più di duecento le gallerie presenti, fra italiane e straniere. Solo per citarne qualcuna, Alison Jacques (London); Bodhi Art (Mumbai); James Cohan Gallery (New York); Monica De Cardenas (Milano); Massimo De Carlo (Milano); Jérôme De Noirmont (Parigi); Austin Desmond (Londra); Lelong (Parigi); Jablonka (Colonia); Diana Lowenstein (Miami); Christian Stein (Milano); Studio La Città (Verona).
Incontri con critici e artisti; conferenze; riconoscimenti, come il Premio Euromobil. Uno spazio privilegiato dedicato alla creatività emergente, con una selezione di 26 giovani gallerie che potranno così avere visibilità in questa vetrina internazionale.
Ma il bello di questo viaggio nell’arte contemporanea è che non si esaurisce nei padiglioni del quartiere fieristico. Continua anche, o forse soprattutto, fuori.
Con Bologna Art First – progetto nato dalla collaborazione tra il Comune e Arte Fiera e giunto alla sua terza edizione – i musei, le piazze, i palazzi e i cortili del centro storico diventano luogo dove vivere e sperimentare l’arte. Palazzo d’Accursio e Palazzo Re Enzo, i Musei di Palazzo Poggi e la Biblioteca dell’Archiginnasio cambieranno volto ospitando installazioni, dipinti e sculture di artisti contemporanei selezionati da un apposito comitato. Arnaldo Pomodoro, Fabrizio Plessi, Cristiano Pintaldi sono solo alcuni dei protagonisti.
E non finisce qua. C’è Arte Fiera Off, un raccoglitore di mostre, proiezioni ed appuntamenti che ruotano attorno al grande evento e che coinvolgono vari luoghi. Il MAMbo (Museo d’Arte Moderna di Bologna) in primis, con tre nuove mostre personali (Luigi Ontani; Guyton/Walker; Ding Yi); la cineteca con una retrospettiva sul regista svizzero Daniel Schmid scomparso nel 2006; le gallerie d’arte legate all’Ascom; la rassegna Bologna si rivela, organizzata dalla Fondazione Carisbo per la regia di Philippe Daverio. E ancora Netmage, il festival delle arti elettroniche, ospitato nel week-end a Palazzo Re Enzo.
Ce ne sarà davvero per tutti i gusti e i livelli. Artisti e critici, collezionisti e appassionati d’arte. Ma anche semplici curiosi e visitatori di passaggio. A tutti loro Bologna regalerà una notte bianca all’insegna dell’arte, sabato 26 gennaio.
Katia Grancara

mercoledì 23 gennaio 2008

Not so private. Gallerie e storie dell’arte a Bologna.


Non così privato. In queste tre parole è racchiuso il senso del nuovo progetto sviluppato dall’Istituzione Galleria d’Arte Moderna di Bologna in collaborazione con l’Associazione Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea aderente ad Ascom Bologna.
Le gallerie private – a Bologna in particolare, ma nel panorama italiano in generale – sono molto meno private di quanto si possa pensare. Perché non si sta parlando solo di mercato e di mercanti d’arte. Ma di un ruolo pubblico che esse hanno svolto negli anni e svolgono tuttora nel sistema dell’arte.
Forse inconsapevolmente e con un occhio sempre rivolto al mercato, ma hanno lavorato a fianco delle istituzioni, integrandone la proposta e lo scenario artistico, costruendo un dialogo con l’artista e il collezionista e facendosi così a loro volta promotrici e veicolo di cultura.
12 le gallerie coinvolte nell’iniziativa, articolata in sette mostre ospitate presso Villa delle Rose (Via Saragozza 228/230) e che si avvicenderanno per tutto il 2008. Galleria Arte e Arte, Galleria d’Arte Cinquantasei, Galleria De’ Foscherari, Galleria Di Paolo Arte, Galleria Forni, L’ariete Arte Contemporanea, Galleria d’Arte Maggiore G.A.M, Otto Gallery, Galleria d’Arte Paolo Nanni, Galleria Stefano Forni, Galleria Studio G7, Trimarchi Arte Moderna.
Il primo appuntamento apre il 24 gennaio in occasione di Arte Fiera, con una mostra corale di presentazione in cui ciascuna delle 12 gallerie espone una singola opera significativa.
Gli altri sei saranno invece appuntamenti a tema. Ospiteranno di volta in volta due gallerie e attraverso le opere selezionate di ciascuna si ricostruirà la storia della galleria stessa o un tema dominante su cui essa si sta concentrando.
Una collaborazione pubblico-privato che gioverà soprattutto ai fruitori dell’arte e alla città di Bologna e che – concordano gli interessati – non si esaurirà in questo progetto.
Katia Grancara

sabato 19 gennaio 2008

Aspettando Arte Fiera ...

L’apertura di Arte Fiera la settimana prossima scatena un gran fermento, come sempre, tra le Gallerie d’Arte di Bologna, che in occasione di questo grande evento di richiamo internazionale si preparano oggi con tanti vernissage.
Non c’è che l’imbarazzo della scelta: tuffiamoci quindi in questo meraviglioso mondo dell’arte contemporanea, e ognuno scelga la sua mostra, o mostre, da visitare:
Alla C.30 Contemporary Art Gallery in Via Galliera 30/a fino al 29 febbraio la personale di Franco Tosi Mitosi, un viaggio esplorativo all’interno del mondo policromatico e variegato, in quanto a supporti e sostanze naturali o chimiche utilizzate, dell’artista.
Alla Galleria Spazia Via dell’Inferno 5, fino al 19 febbraio espone Claudio Olivieri con le Opere inedite. La mostra intende tracciare un percorso significativo all’interno del lavoro dell’artista, già esponente di rilievo della “Pittura Analitica” degli anni 70 e protagonista dell'Astrazione europea del dopoguerra.
Alla Galleria Studio G7 in Via Val d’Aposa 7/g, fino all’8 marzo sarà allestita al centro dell’Ex-Falegnameria l’Immacolata concezione. Senza titolo/Senza autore, una grande opera tridimensionale inedita di Giulio Paolini. Saranno esposti anche disegni, altrettanto inediti, legati al tema dell’opera principale.
Protagonista degli spazi della Galleria Forni in Via Farini 26 sarà L’eterno presente di Luciano Ventrone fino al 5 marzo, che accanto alle sue più celebri composizioni espone anche una serie di nudi.
Marina Pizzato presenta la sua ultima produzione al Jolly Hotel de la Gare in Piazza XX Settembre 2, fino al 31 gennaio, che si esprime raccogliendo stati d'animo che riescono a prendere forma, in una sorta di affascinante geometria frattale.
L’artista creativa Rabarama espone le sue Mutazioni dell’animo allo Show Room Telemarket in Via Caprarie 4 fino al primo marzo. La mostra comprende circa 50 opere, di cui alcune inedite, tra sculture per lo più realizzate in bronzo dipinto e oli su tela di grande formato.
L'ARIETE artecontemporanea in Via D’Azeglio 42, ospiterà fino al 1 marzo la nuova personale di Nicola Samorì. L’autore presenta cinque grandi tele, delle quali una monumentale, unitamente ad una selezione di lavori di piccolo formato ed un nucleo di sculture in gesso, mai esposte prima, che costituiscono l'origine di tutto il suo lavoro pittorico recente. Il titolo stesso della mostra, RIGOR VITAE, ha origine dalla sequenza di volti in gesso che simulano una morte in realtà non tale, poiché effettuati su modelli vivi e poi assunti a oggetto/soggetto di ogni esperienza pittorica successiva.
Alla galleria d’arte africana a Bologna NerA in Via Majorana 9/a, fino al 29 gennaio installazione di Roberto De Grandis Maschere/Volti/Identità. Un dialogo tra le maschere tribali africane della collezione di NerA e i volti disegnati su carta dall'artista romagnolo.
E per finire, anche un finissage, oggi è l'ultimo giorno per visitare Vintage-Ceramica e design degli anni 60-70, la mostra curata da Carlo Terrosi ospitata negli spazi della Galleria Hyperstudio in Via del Guasto 5 e presso Ladis in Via Petroni 9.
Katia Grancara

venerdì 18 gennaio 2008

La casa degli artisti

La casa come luogo di memorie, la casa come spazio personale e privato, la casa come luogo d’elezione del nostro vivere: questo il tema della suggestiva mostra allestita nella Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio del Comune di Bologna, fino al 18 febbraio 2008.
La casa degli artisti”, questo è infatti il titolo dell’affascinante mostra tematica curata dal critico d’arte Valerio Dehò, e promossa dall’Associazione culturale Bolognamondo, in collaborazione con la Cooperativa di Abitanti Murri.
La Coop Murri di Bologna, che dal 1963 ad oggi ha costruito oltre 12 mila alloggi tra Bologna e la Romagna e da una decina d'anni si dedica alla bioarchitettura, sta per realizzare nel capoluogo emiliano un nuovo intervento che, accanto alle tecniche più innovative, proporrà anche la certificazione energetica. I cento alloggi, di prossima realizzazione in via Carlo Marx, avranno infatti un certificato di classe energetica A+, e consumeranno in riscaldamento un quarto rispetto agli edifici attuali.
Lo ha annunciato il presidente della Cooperativa Murri, Adolfo Soldati, nell'ambito della presentazione della mostra. ''Vogliamo fare di questo intervento il manifesto della Cooperativa'' - ha detto Soldati, aggiungendo però che ''la sfida più grande la giochiamo sull'esistente''.
Soldati ha spiegato che, nonostante la Cooperativa abbia costituito un portafoglio aree per sviluppare interventi futuri a prezzi accessibili, la prospettiva è cementificare meno e riqualificare di più. I 12 mila alloggi costruiti a partire dagli anni Sessanta possono essere portati in classe B con interventi di riqualificazione energetica.
La mostra, che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Bologna, consente al pubblico di apprezzare per la prima volta la collezione d’arte contemporanea della Cooperativa Murri, dedicata alla casa e all’ambiente urbano. Una collezione che si è costituita in oltre dieci anni di acquisizioni.
Espongono artisti di fama internazionale, come Boris Mikhailov, Georges Lilanga, Weng Fen, Aldo Mondino, Concetto Pozzati, Emilio Tadini, e giovani già consacrati a livello europeo come Giacomo Costa e Anastasia Khoroshilova.
“La Cooperativa Murri – afferma il presidente Adolfo Soldati – ha saputo ritagliarsi uno spazio originale e autonomo nel mondo dell’arte moderna, anche attraverso l’istituzione del concorso MurriPublicArt, per l’inserimento di opere d’arte negli spazi pubblici degli edifici che costruiamo”.
Il concorso, giunto con grande successo alla sesta edizione, e la collezione d’arte, sono i momenti preparatori e di base per ulteriori iniziative, sempre rivolte al pubblico, nello spirito del ruolo sociale delle Imprese cooperative.
Valerio Dehò, direttore artistico del premio MurriPublicArt, è anche l’autore dei testi critici del catalogo.
Claudia Morselli

giovedì 17 gennaio 2008

Il folletto norvegese che canta l’amore

Terje Norgarden è un giovane cantautore norvegese molto legato alla città di Bologna.
Qui ha infatti vissuto e suonato per diversi anni, cosa che gli ha permesso di produrre il suo primo album – presentato con successo ad Arezzo Wave nel 2003.
La strada percorsa successivamente è stata ricca di approvazioni: il suo ultimo lavoro “A brighter kind of blue” è stato definito da Rolling Stone “un album maturo e convincente”.
Le influenze della musica di Norgarden possono ascriversi alla grande corrente del folk americano: da Jeff Buckley fino a Bruce Springsteen passando per Nick Drake; gli arrangiamenti, tuttavia, si discostano dai cliché d’oltreoceano prediligendo moltissimo l’utilizzo di melodici fiati innestati su dolci arpeggi di chitarra.
Norgarden canta in inglese storie di vita, aneddoti passati che lo vedono protagonista di giornate invernali e di dolci amori.
Ballate lente e invernali che scaldano il cuore e raccontano che per vivere bene basta fermarsi ad osservare il mondo e apprezzare anche le cose più piccole.
Il Locomotiv Club di Bologna accoglierà questa sera il cantautore di ritorno dal successo del suo primo tour europeo.
Ad aprire la serata sarà il gruppo britannico “At swim two birds” che fa capo alla profonda e stupenda voce di Roger Quigley – già Montgolfier Bros.
Chitarre rigorosamente acustiche e semplici accordi cristallini di piano affogano paradossalmente lo spettatore in un’atmosfera cupa, densa e vischiosamente melanconica che ricorda le giornate più uggiose d’oltremanica – terra natia di questa ensemble.
Non può non tornare alla mente, o meglio al cuore, un certo esistenzialismo musicale proprio di Nick Cave e di gruppi come i Black Heart Procession: il dolce ed intimo incedere struggente che sa di un qualcosa di “irrimediabilmente perso”.
Claudia Morselli

martedì 15 gennaio 2008

Dodici uomini arrabbiati


La Parola ai giurati”, tratto da un teledramma di Reginald Rose (1954) è il primo eccellente film di Sidney Lumet (“Assassinio sull’Oriente Express”, “Quel pomeriggio di un giorno da cani”), dal titolo “Twelve angry men” con protagonista Henry Fonda.
A 50 anni dall'uscita del film Alessandro Gassman chiede una traduzione che lo adatti alla scena teatrale a Giovanni Lombardo Radice e ne monta uno spettacolo che sarà presentato da questa sera e fino a giovedi al Teatro delle Celebrazioni di Bologna.
Alessandro Gassman dice nelle sue note di regia: “L’interesse per il lavoro di regia è stato per me un naturale approdo, dopo più di venti anni di teatro militante in qualità di attore e due stagioni di successi con la mia prima regia, ho voluto proseguire la mia ricerca affrontando un testo socialmente coinvolgente e profondamente ideologico. Rose mi permette di entrare nelle varie e sfaccettate tipologie umane e caratteriali colte in una situazione claustrofobica nella quale emergono gli aspetti umani più contraddittori”.
New York. 1950. È il 15 agosto e una giuria popolare composta da dodici uomini di diversa estrazione sociale, età e origini sono chiusi in camera di consiglio per decidere del destino di un ragazzo ispano-americano accusato di parricidio.
Devono raggiungere l’unanimità per mandarlo a morte e tutti sembrano convinti della sua colpevolezza.
Tutti ad eccezione di uno che con meticolosità e intelligenza costringe gli altri giurati a ricostruire nel dettaglio i passaggi salienti del processo e, grazie a una serie di brillanti deduzioni, ne incrina le certezze, insinuando in loro il principio secondo il quale una condanna deve implicare la certezza del crimine al di là di ogni ragionevole dubbio.
Fra violenti contrasti, dubbi, ripensamenti ed estenuanti discussioni, l’unanimità sarà raggiunta e alla fine l’imputato verrà dichiarato non colpevole, ovvero, nell'odierna lettura, sponsorizzata da Amnesty International, sarà una battaglia che condurrà a una condanna della pena di morte.
Da segnalare che domani pomeriggio, mercoledi 16 gennaio, dalle 11.30 alle 13.30 sempre al Teatro delle Celebrazioni, si terrà un incontro aperto al pubblico e alle scuole a cui interverranno Alessandro Gassman e il responsabile dell'Ufficio Comunicazione di Amnesty Italia Riccardo Noury durante il quale sarà allestito il tavolino di raccolta firme per i casi della Campagna contro la pena di morte.
Claudia Morselli

E animazione sia!


Per il decimo anno a Bologna il Future Film Festival presenta un ricco programma di proiezioni e incontri dedicati esclusivamente al cinema d’animazione e agli effetti speciali, una meta importante per un’iniziativa che sostiene le nuove tecnologie applicate alla settima arte.
A Bologna verrà mostrato il meglio delle nuove produzioni e i singoli eventi si avvarranno della presenza di ospiti prestigiosi provenienti da tutto il mondo.
L’appuntamento in programma dal 15 al 20 gennaio 2008 si annuncia, come ogni anno, ricco di occasioni e approfondimenti rivolti sia allo spettatore curioso e/o appassionato, che agli esperti del settore.
Il festival continua a crescere (dalle 5.000 presenze del primo anno alle 32.000 dell’anno scorso) e a rinnovarsi, attraverso la sperimentazione e la ricerca di novità in giro per il mondo.
Non mancano gli omaggi a personaggi e a scuole che hanno dato un contributo fondamentale alla storia dell’animazione, come per esempio il cinema d’animazione latino-americano, lo studio giapponese Toei Animation, il cinema d’animazione spagnolo e il britannico Halas & Batchelor Cartoon Studio, gli incontri e le tavole rotonde con Pixar Animation Studios, Weta Digital e Blue Sky (con la presenza di Chris Wedge - regista de "L’Era Glaciale" e produttore de "L’Era Glaciale 2") e il produttore Mike Thurmeier per presentare il nuovo film d’animazione targato Fox, "Ortone e il mondo dei chi", che uscirà nelle sale italiane il 18 aprile, di cui verranno proiettati in anteprima mondiale alcuni minuti.
Ospite d'eccezione del decennale sarà lo scrittore cyber-punk statunitense Bruce Sterling, che racconterà la sua visione del futuro, partecipando alla tavola rotonda “10 anni di nuove tecnologie”, evento punta di diamante delle giornate bolognesi. L’obiettivo è quello di fare il punto sulle nuove tecnologie in relazione all'esperienza umana: "In questi dieci anni abbiamo visto esplodere l'animazione in tutte le sue forme, diventare un linguaggio maturo, apprezzato da critica e pubblico. Abbiamo verificato come gli effetti visivi abbiano "corroso" l'immagine fotografica tradizionale, imprimendo sui nostri occhi creature fantastiche e mondi impossibili" dicono i due direttori Giulietta Fara e Oscar Cosulich.
Anche quest’anno la città di Bologna ospita il Future Film Festival dimostrando il suo ruolo di centro culturale e di comune particolarmente attento alle iniziative legate alle nuove tecnologie.
E per festeggiare il decennale sono state approntate tre nuove sedi per le proiezioni, gli incontri e gli eventi speciali previsti dal ricchissimo programma.
Le nuove sale di proiezione del Festival saranno tre cinema del centro di Bologna: il Cinema Teatro Manzoni (Via de Monari 1/2), il Cinema Jolly (Via Marconi 14) e l'Europa Cinema (Via Pietralata 55/a).
Rimane invece invariata rispetto agli scorsi anni la sede del Future Village: il Palazzo Re Enzo (Piazza del Nettuno) sarà infatti anche quest'anno il luogo di incontro per tutto il pubblico del Future Film Festival e sarà animato da incontri, tavole rotonde, bookshop, workshop, aperitivi, dj set e da momenti di relax dal tour de force festivaliero (tutti i giorni dalle 10 di mattina fino alle 2 di notte!)
Palazzo Re Enzo ospiterà inoltre, nei giorni del festival, anche Spazio Hera con presentazioni di libri, laboratori e quiz.
L’intenzione è quella di veder crescere ulteriormente una iniziativa che rappresenta un momento di approfondimento originale e importante nel panorama regionale e nazionale.
Quindi appuntamento domani sera alle 21 al Teatro Manzoni per la serata inaugurale con l’anteprima italiana del film “Wood & Stock: Sexo, Orègano e Rock’n Roll” di Otto Guerra, con ingresso libero (fino ad esaurimento posti).
Claudia Morselli

venerdì 11 gennaio 2008

PopUP opening party


Restyling per una delle serate bolognesi che per quattro stagioni ha rappresentato un punto di riferimento per tutti coloro che cercano nella musica qualità, ricerca e innovazione.
PopUP saluta il Cassero, sede di memorabili party con pezzi da novanta come Black Strobe, The Hacker, Ellen Allien + Apparat e I-F, solo per fare alcuni nomi, e si sposta presso il Locomotiv, il club che più di tutti a Bologna ha saputo puntare in modo risoluto alla ricerca in un campo, come quello della musica elettronica, in continua evoluzione.
Quello che si suol dire un matrimonio perfetto!
E per la sua rentrée sulle scene, popUP ospiterà un mostro sacro come Daniele Baldelli, storico dj di locali ormai entrati nell'immaginario collettivo come la Baia Degli Angeli e il Cosmic, colui che ha traghettato una generazione intera dal concetto di balera a quello di discoteca in senso moderno, portando all'affermazione del ruolo del dj e della sua selezione come principali artefici del successo di una serata, e facendosi portavoce di un nuovo sound elettronico tra la disco music e l'afro, il famoso cosmic sound.
Oggi, quel sound sperimentale e allo stesso tempo groovy, è oggetto di venerazione da parte dei più attenti produttori internazionali, come LCD Soundsystem, Lindstrom e Prins Thomas.
E questo rinnovato interesse ha fatto sì che, dopo quasi 30 anni di carriera, Daniele Baldelli continui a suonare sempre a fianco dei migliori dj in circolazione come Headman, 2Manydjs e Munk.
I set di apertura saranno affidati a MAYO, noto per il suo raffinato gusto in fatto di electro, techno Detroit e Chicago house.
Chiude la serata l'inossidabile Wawashi, pronto a scuotervi a colpi di italo disco e electrohouse.
I visual sono a cura di Miss Plug Inn.
Claudia Morselli

giovedì 10 gennaio 2008

Indovina chi viene alla festa di compleanno?



Potrebbe essere il titolo alternativo di Bianco e Nero, l'ultimo film di Cristina Comencini da domani nelle sale.
Un remake italiano della famosa commedia americana di Stanley Kramer (1967).
Quarant'anni dopo, non è più l'America delle lotte per i diritti civili dei neri a fare da sfondo, ma è l'Italia di oggi e la multietnica Roma.
Gli effetti però si assomigliano. Ad uscirne fuori è sempre quel razzismo latente nel profondo del proprio animo che si maschera a volte di buonismo e accettazione. Solo apparente. A farne l'amara scoperta stavolta è Elena (Ambra Angiolini), paladina della cause africane e dell'integrazione razziale, che si vede portar via il marito Carlo (Fabio Volo) da Nadine (Aïssa Maïga), la bellissima moglie nera del collega di lavoro Bertrand (Eriq Ebouaney).
E il tradimento è proprio ciò che la costringerà a guardarsi dentro e a prendere coscienza di quell'immagine di donna perfetta che si era cucita addosso, fatta di frasi fatte, di cose che si dicono e non si dicono, che scoprirà non piacerle più. Perché non sincera. Meglio allora il marito Carlo, che se inizialmente rifiutava consapevolmente quel suo mondo africano – per ignoranza o per poca sensibilità al tema – quando lo incontra lo accetta senza mezze misure.Lui non si innamora di una donna nera, ma si innamora e basta.
Un film volutamente non "politically correct" – sostiene la regista –, che racconta in chiave tragicomica e con leggerezza un argomento serio come quello del razzismo. Solo una commedia poteva permettermi di tirar fuori e sbeffeggiare pregiudizi e luoghi comuni – che esistono da entrambe le parti – senza fare troppo male, anzi, ridendo di quelle situazioni ridicole che si vengono a creare. E i bambini ne sono spesso i portavoce. «Una storia che nasce da delle relazioni umane» – spiega la Comencini parlando del suo avvicinamento all'Africa e agli africani grazie ad un documentario recentemente girato in Rwanda (Il nostro Rwanda). E che l'ha portata a riflettere sul fatto che prima di allora non aveva amici neri – domanda che metterà poi in bocca a Fabio Volo (Perché non abbiamo amici neri?).
Eppure quel mondo sfila ogni giorno per le vie di Roma, vicino, ma in qualche modo ancora lontano e separato. E questa lontananza – accusa la Comencini – si è rivelata anche nell'impossibilità di trovare sponsor per i due attori neri.
Katia Grancara

martedì 8 gennaio 2008

Il bello tenore agli Inferi


Debutta questa sera alle 20.30 al Teatro Comunale di Bologna una delle opere più romanticamente tragiche nella storia del melodramma, il capolavoro operistico di Christoph Willibald Gluck e Ranieri De Calzabigi, Orphée et Eurydice, dopo un'assenza di circa 30 anni, in una rivisitazione ispirata direttamente alla versione andata in scena a Parigi nel 1774, per la quale, a causa dell'allergia del pubblico francese per il timbro dei castrati, Gluck riscrisse la parte del protagonista per haute-contre, un tipo di voce maschile solitamente impiegata per le parti di eroe o di amante.
Quello messo in piedi dal Comunale è per molti aspetti un progetto particolare: nei panni del protagonista debutterà infatti Roberto Alagna - di ritorno nei teatri italiani dopo lo spiacevole episodio avvenuto alla Scala di Milano poco più di un anno fa - che certamente non è nè un castrato nè tantomeno un mezzosoprano contralto, voci per le quali Gluck aveva concepito nel 1762 l'opera.
Siccome Tutino e Alagna vantano una lunga collaborazione hanno pensato a un nuovo progetto nel quale è stata coinvolta l'intera famiglia Alagna: i fratelli David e Federico infatti si occuperanno della regia e delle scene.
“Volevamo restare sull’idea di un’opera originale non molto vista in Italia – chiarisce il regista David Alagna – anche se la nostra versione è molto più contemporanea nella narrazione rispetto a quella di Gluck. Abbiamo cercato di creare un racconto più naturale nei sentimenti e nei colori, con personaggi decisamente umani. Nessun lieto fine, che ci sembrava un’usanza antiquata – prosegue nella descrizione – ma siamo rimasti fedeli al racconto originale in cui Euridice muore tragicamente.”
Consapevole del fatto che una versione tanto moderna di un grande classico come Orphée et Eurydice (Euridice muore in un incidente stradale) possa creare scompiglio tra le fila degli appassionati, il sovrintendente Marco Tutino sostiene fermamente la necessità dell’opera lirica di “uno sforzo di rivisitazione per comunicare con il pubblico in maniera più diretta. Forse la versione di David farà scandalo perché viviamo in un paese in cui non siamo abituati a vivere apertamente il melodramma. Io trovo invece questo adattamento molto giusto e molto ben riuscito.”
Il debutto dell’opera, nel suggestivo allestimento realizzato dal Comunale in coproduzione con l’Opéra National de Montpellier e con il contributo della casa farmaceutica bolognese Alfa Wassermann, vede sul podio dell’Orchestra il maestro milanese Giampaolo Bisanti, che nonostante la giovane età vanta una solida esperienza sia nella lirica che nella sinfonica.
Claudia Morselli

venerdì 4 gennaio 2008

Dodici rintocchi per Harry Potter


Gli scaffali sono già pronti e questa sera sotto le Due Torri sarà festa grande per l'uscita del settimo volume della saga del maghetto più famoso: "Harry Potter e i Doni della Morte".
Come è ormai tradizione anche per l'ultima fatica della Rowling le librerie rimarranno aperte per tutta la notte, e a mezzanotte accoglieranno genitori insonni e giovani lettori desiderosi di sfogliare le 702 pagine di nuove avventure.
Ma se questa è la giostra che si vedrà in tutta Italia a Bologna l'occasione per i fan del mago con gli occhialetti sarà davvero speciale: c'è un luogo in città infatti che ricorda, grazie alle sua architettura particolare, le atmosfere della stazione di King's Cross, quella da cui parte l'espresso per Hogwarts, che porta dritto dritto alla scuola di magia di Harry Potter; e proprio là, nella Piazza Coperta della Sala Borsa, nel cuore della città, dalle 22 in poi i fan di Harry Potter saranno coinvolti da maghi, illusionisti e truccatori in giochi, incantesimi e magie che li faranno entrare nel suo universo immaginario.
In Sala Borsa i ragazzi potranno rivivere l'atmosfera della saga in tre diverse aree: una zona in cui truccatrici professioniste e in costume aiuteranno gli ospiti della serata a immedesimarsi nel clima della festa truccandosi come Harry Potter e i suoi amici; l'area dell'alchimista dove ampolle magiche, bacchette, e calderoni fumanti, rievocheranno le magie del mondo di Harry Potter e l'area della Libreria Magica dove un mago, circondato da libri e pergamene, si esibirà in una serie di giochi di prestigio.
Scelta certo non casuale quella di Bologna, una città che, come ha spiegato Luigi Spagnol, amministratore delegato del Gruppo editoriale Mauri Spagnol e presidente di Adriano Salani Editore (distributore di Harry Potter in Italia), "è sede della prestigiosa e più antica università italiana, e che, attraverso la Facoltà di Scienze della Formazione, dedica da sempre grande attenzione alla Letteratura per l'infanzia".
E se le Feltrinelli della città come quelle di tutto il Paese, si preparano alla festa con tanto di animatori, streghe e babbani, performance e cacce al tesoro, in un'altra libreria sotto i portici, la Irnerio, a insegnare ai più piccoli ad usare le bacchette magiche saranno niente di meno che gli 'adepti' della Società nazionale Harry Potter Italia, nata nel 2005, proprio a Bologna.
Suspense, attesa e magia per un affare editoriale che ormai ha raggiunto dimensioni gigantesche: in Francia, "Harry Potter e i doni della morte" è uscito lo scorso 26 ottobre per Gallimard, e al 26 novembre aveva venduto oltre due milioni di copie, oltre un milione nelle prime 48 ore.
E in Italia, a giudicare dalle premesse, il primo milione di copie tirato dall'editrice, sembra destinato ad essere venduto in gran fretta.
Claudia Morselli