domenica 14 dicembre 2008

Come Dio Comanda, la favola nera di Salvatores

«Dall’ultimo romanzo di oltre 500 pagine di Niccolò Ammaniti si potevano fare più film, perché è un libro difficilissimo e pieno di personaggi». A parlare è Gabriele Salvatores, il regista che dopo aver già portato sullo schermo un altro suo romanzo Io non ho paura (2003) torna con Come Dio comanda, nelle sale dal 12 dicembre. E’ stato lo stesso Ammaniti – precisa sempre Savaltores – a fare la scelta estrema, quella cioè di rimanere concentrati sul rapporto padre-figlio ed eliminare tutto il resto. C’è spazio solo per un altro personaggio nel film, Quattro Formaggi (Elio Germano), che con la testa non sta tanto bene per via di un incidente coi fili dell’alta tensione. Una scelta drastica, ma l’unica possibile per poter mantenere alto il livello emotivo del film, per riuscire ad estrarre dal romanzo il “cuore emotivo”.

Rino (un bravissimo Filippo Timi) e Cristiano (il giovane esordiente Alvaro Caleca) Zena vivono in una provincia del nord – il film è stato girato in Friuli – in una landa desolata alle pendici di montagne maestose. Casette a schiera, capannoni industriali, immense segherie… Ma intorno un mondo quasi spettrale, fatto di boschi e montagne impenetrabili, di fiumi che si inabissano lasciando scoperti i sassi dei greti asciutti. Rino, il padre, è un lavoratore precario, Cristiano fa le scuole medie. Il loro è un rapporto d’amore tragico e assoluto. Un amore sbagliato, fatto di insegnamenti sbagliati che il padre impartisce al figlio, ma potentissimo. E soli contro tutti alimentano questo sentimento reciproco, che si nutre anche della rabbia che nasce da questa loro esistenza ai margini. «Non condivido nulla di quello che il padre insegna al figlio, ma nel farsi dare una testata per fargli capire che deve imparare a difendersi c’è amore. E quanti padri, oggi – si chiede il regista – hanno mai giocato a lotta col proprio figlio?». Rino, Cristiano e Quattro Formaggi sono tre disgraziati che hanno imboccato la “cattiva strada”, ma – e qui Salvatores cita De André – «C’è amore un po’ per tutti e tutti quanti hanno un po’ d’amore sulla cattiva strada».

A livello tecnico, questa tensione emotiva, questa prossimità coi protagonisti della storia è stata raggiunta girando praticamente tutto il film con la macchina in spalla, muovendosi con gli attori, per mettere lo spettatore dentro il personaggio, sempre a livello occhi. Dei lunghi piano sequenza, senza interruzioni con scene di campo/controcampo, togliendo così anche agli attori i punti di riferimento, così che fossero costantemente al centro dell’inquadratura e la loro presenza in scena fosse completa. «Quello che mi piace di Ammaniti – racconta Salvatores parlando del suo sodalizio con lo scrittore – è che racconta l’Italia di oggi con dei personaggi e delle storie archetipe, ancestrali». I fatti e i temi di cronaca – nel romanzo come nel film – vengono sfiorati, ma restano ai margini. Sono storie dove c’è un “prima”, c’è una notte tempestosa, e c’è un “dopo”. Come nelle commedie o nei drammi di Shakespeare. E come in Shakespeare, anche nel romanzo e nel film ci sono tre personaggi: c’è un re, padre-padrone, c’è un figlio-principe adolescente e c’è un fool, un buffone, una sorta di folletto o spirito della foresta, cui Elio Germano racconta di essersi ispirato per entrare nel ruolo di Quattro Formaggi. E nel film anche Rino, Cristiano e Quattro Formaggi si ritrovano di notte, in un bosco, durante una tempesta… La natura si scatena e in quelle notti si scatenano anche i sentimenti.

«Ogni cuore ha una crepa perché una luce possa entrarvi» dice Salvatores citando le parole di una canzone di Leonard Cohen e Rino, un padre che inizia come un personaggio detestabile, mostrerà di avere anche lui la sua crepa. Come può capitare di scoprire invece che la tenerezza che ispirava un personaggio era mal riposta.

Piccole curiosità. In Come Dio Comanda Salvatores fa incontrare il giovane protagonista Cristiano con il protagonista, allora giovanissimo, di Io non ho paura – è l’infermiere nella prima scena in ospedale – e rivela di avere scelto il giovane e promettente Alvaro Caleca tra centinaia di ragazzini presentatisi ai provini perché appena visto gli aveva ricordato un ragazzino cui si era affezionato conosciuto in Romania girando un film-documentario.

Katia Grancara

venerdì 5 dicembre 2008

Dal carcere al Teatro

Il carcere esce e va in città. E’ la prima volta che accade a Bologna, che dei detenuti escano dalla struttura penitenziaria per salire da attori sul palco di un teatro cittadino, e l’evento – che porterà il 10 e l’11 dicembre (ore 21,30) il Cantico degli Yahoo dalla Casa Circondariale della Dozza, dov’è stato allestito con i detenuti della Sezione penale maschile e presentato lo scorso giugno, alla Sala InterAction dell’Arena del Sole che l’ha inserito nel suo cartellone – ha rischiato di sfumare. Lo racconta con un po’ di amarezza il regista Paolo Billi, per la prima volta impegnato con questo “Esperimento di Teatro alla Dozza” in un carcere adulti (decennale è l’esperienza del suo Teatro del Pratello all’Istituto Penale Minorile di Bologna), ma lo fa ringraziando chi ha creduto nel valore dell’evento – per i detenuti e per la città che li incontra – e l’ha reso possibile, a partire dal Direttore della Dozza Gianluca Candiano e dal Garante dei diritti delle persone private della libertà personale.
E proprio Candiano – insediatosi alla Dozza da 20 giorni, ne era stato vicedirettore fino al 2003 – sottolinea come l’esperienza teatrale, e quindi il lavoro sulla corporeità e sulle emozioni, assuma un significato ancora più importante in un soggetto privato della propria libertà e si impegna a rilanciare simili iniziative, pensando anche a percorsi permanenti. Un impegno non da poco, se si pensa alle condizioni “poco dignitose” (sovraffollamento, carenza di organico) in cui versa il carcere di Bologna, denunciate dal personale della Polizia Penitenziaria e dallo stesso Direttore, che afferma le sue intenzioni di portare formalmente la questione Dozza nelle sedi istituzionali cittadine. Una situazione critica, che avvalora il lavoro fatto dal regista Billi con i detenuti e il fatto di essere riusciti a portare lo spettacolo fuori dal carcere, opportunità non prevista inizialmente.
Il Cantico degli Yahoo è liberamente ispirato all’opera satirica di J. Swift, in particolare all’ultimo viaggio di Gulliver nel paese degli Houyhnhnm, governato da saggi cavalli che tengono sottomessi gli Yahoo, immondi animali tanto simili alla razza umana. E’ un oratorio per voci e pianoforte, con le musiche composte ed eseguite da Daniele Furlati, senza allestimento scenico, e vedrà sul palco quattro dei sette detenuti-attori coinvolti nella versione originale. E proprio a Gianfranco, Slim e Makram – che non hanno potuto usufruire secondo l’art 21 della possibilità giuridica di lavorare all’esterno per un periodo di 3 giorni (nel caso specifico assunti come attori dalla Compagnia del Pratello che ha prodotto lo spettacolo) – il regista dedica lo spettacolo. Ingresso da 8 a 15 euro. Informazioni 051- 2910910
Katia Grancara

martedì 1 luglio 2008

A Bologna arriva il menestrello

Ci ha fatto entrare nel suo mondo fiabesco con una filastrocca di origine ebraica, nel lontano 1976. Il suo debutto discografico era avvenuto già due anni prima, ma fu Alla fiera dell’Est a farci conoscere quel ragazzo dalla chioma riccioluta e spettinata che, sono passati trent’anni, non è cambiata. Col tempo si è solo fatta un po’ grigia. «No non perdetelo il tempo ragazzi, non è poi tanto quanto si crede» canta il menestrello col suo violino. E lui il tempo non l’ha perso. L’ha riempito di note e parole. E di magia. Chi meglio di lui allora poteva aprire “LYRICS - Autori di Canzoni”, il festival organizzato dal Centro San Domenico dall’1 al 4 luglio e giunto alla sua seconda edizione. Stasera alle 21,30 dopo il laboratorio pomeridiano e l’aperitivo – le quattro giornate del festival sono scandite da questi tre momenti – sul palco allestito nella suggestiva Piazza di San Domenico salirà lui, il “menestrello d’oltre Po”, come lo ha definito qualcuno, Angelo Branduardi. Danza sul palco quando suona il suo violino. Un elfo uscito da un bosco o dal Sogno di una notte di mezza estate. E la gente che è lì ad ascoltarlo è allegra e balla “come le onde del mare” sulle note de Il violinista di Dooney o di Cogli la prima mela e si mette poi in riverente silenzio quando intona Il Cantico delle Creature, che ha messo in musica basandosi su testi delle Fonti Francescane. Un album, “L’infinitamente piccolo” (2000), dedicato interamente a San Francesco d’Assisi, «un grande poeta» – lo ha definito il cantautore – che vede la collaborazione di artisti come Franco Battiato ed Ennio Morricone, e che lo ha portato poi in una lunga tournée in Italia e in Europa con tappe in chiese e luoghi suggestivi lungo le antiche vie del pellegrinaggio. Con “Futuro Antico” nel 1996 (giunto nel 2007 al quarto “capitolo”) inizia il suo viaggio alla riscoperta della musica sacra e profana del Medioevo e del Primo Rinascimento. Mettere in musica le parole, la poesia: è il grande dono di Branduardi. E così canta Yeats, regalandoci dieci ballate su altrettante liriche del grande poeta irlandese. Canta le poesie d’amore provenienti da terre e popoli lontani – «visioni di uomini e donne che, sotto altri cieli, ardono delle stesse passioni» – in “Altro e Altrove”. Dà voce alla luna «stanca di guardare il mondo da lassù», al cervo e alla morte, di tutti noi «signora e padrona». Canta la vita, Angelo Branduardi, assieme alla moglie Luisa Zappa autrice di molti dei suoi testi, e lo fa in maniera lieve, giocosa, perché la vita è come un’invisibile danza che «dura solo il tempo di un gioco», ma non va sprecata «in sogni da poco».
Katia Grancara

giovedì 12 giugno 2008

Cina, un paese in movimento


Un paese in bilico tra tradizione e modernità, tra un passato di grandezza di cui il popolo va fiero e un presente e un futuro da protagonisti nella scena mondiale, che si portano dietro però tutte le contraddizioni e le insidie della società contemporanea. Tutto questo e molto di più è la grande Cina. Un viaggio per immagini nei cambiamenti e nelle trasformazioni che l’hanno percorsa in questi ultimi decenni, attraverso l’occhio del fotografo Paolo Lambertini: “CINA in movimento - Immagini di un paese che cambia”. Questo il titolo della mostra inaugurata ieri (fino al 22 giugno) nella sede del Quartiere Santo Stefano (via S. Stefano 119) nell’ambito della rassegna “Che cosa succede nella Cina delle Olimpiadi” promossa dal Centro Amilcar Cabral. Da Pechino alle regioni del Sichuan e dello Yunnan fino a Shanghai, 40 scatti che documentano due mondi contrapposti, quello delle grandi metropoli e degli uomini d’affari, con i loro grattacieli, i centri finanziari e i cantieri, e quello rurale delle campagne e dei villaggi dove nulla è cambiato. In mezzo – spiega il fotografo – il mondo dell’infanzia, che cerca di districarsi tra queste due tensioni, tra queste due opposte visioni.
Katia Grancara

martedì 10 giugno 2008

Una torre, una strada, una foto

Prendendo via Altabella e girando a sinistra per via Sant’Alo te la trovi davanti, in tutti i suoi 60 metri di bellezza: è la Torre Prendiparte, la seconda per altezza dopo quella degli Asinelli. Fatta costruire dalla famiglia guelfa dei Prendiparte nel XII secolo come presidio militare e trasformata nel ‘700 nelle prigioni dell’Arcivescovado, oggi la torre è un esclusivo “riparo” – come ama definirla il proprietario Matteo Giovanardi – dove è possibile soggiornare e organizzare eventi. E’ in questa location d’eccezione che stasera verrà inaugurata la mostra fotografica “Una torre, una strada, una foto”: venti pannelli in bianco e nero (la stampa è in digitale ma gli scatti sono su negativi) collocati a partire dal IV piano di Margherita Cecchini, che ritraggono i volti degli abitanti di Via Broccaindosso, nel Quartiere San Vitale, dove l’anno scorso in occasione della Festa di Strada è stato allestito il primo set fotografico del progetto più ampio “A me gli occhi”. Un’indagine fotografica sul concetto di cittadinanza e appartenenza territoriale, ideato da Elena Correra e promosso dall’associazione Orfeonica di Broccaindosso con il patrocinio del Quartiere San Vitale, che vuole documentare il legame tra gli abitanti e la città e le vie in cui abitano. Legame simboleggiato da un oggetto che le persone sono state invitate a portare e con cui sono state ritratte. Visitare la mostra - che dal 13 settembre tornera' in via Broccaindosso all'Arena Orfeonica - sarà un’occasione unica per ascoltare e ammirare la storia racchiusa tra le mura di questa torre, godendosi alla fine una degustazione nella terrazza che offre una veduta spettacolare sui tetti di Bologna, dove ci sarà un fotografo pronto a ritrarre nuovi volti. Due visite guidate (20 e 21,30, prenotazioni 366/4112820, 15 euro) che si ripeteranno ogni martedì di giugno e il 2, 10, 15, 22 di luglio.
Katia Grancara

sabato 31 maggio 2008

Matteo Garrone presenta "Gomorra"


Reduce dal trionfo al Festival di Cannes che lo ha incoronato con il Gran Prix della giuria e un unanime consenso di pubblico e critica, il regista Matteo Garrone, accompagnato dell'assistente alla regia Gianluigi Toccafondo, incontrerà il pubblico del Lumière mercoledì 4 giugno al termine della proiezione di "Gomorra", viaggio nella criminalità organizzata napoletana, tra merci griffate e smaltimento di rifiuti tossici, tratto dall’omonimo best-seller di Roberto Saviano.
Sul film Matteo Garrone ha detto: "Ho dovuto lavorare per sottrazione scegliendo solo alcune storie. Cinque episodi con protagonisti e comprimari che animano un film corale. Non pensate a un film di denuncia tradizionale con la classica divisione tra bene e male, tra buoni e cattivi, perché in realtà le cose sono più complicate e i confini più confusi. Mi interessa l’aspetto umano di queste persone, le loro contraddizioni".
L'incontro, in collaborazione con CIMES - Centro Musica e Spettacolo del DMS dell'Università di Bologna, Fice Emilia-Romagna e Biografilm Festival, sarà condotto da Michele Fadda e Giacomo Manzoli.
L'evento inaugura la retrospettiva che la Cineteca dedica al cineasta romano ripercorrendone l'intera produzione, a partire dal lungometraggio d'esordio "Terra di mezzo", in programma venerdì 6 alle ore 17.30.
"Gomorra" è altresì il titolo inaugurale di “Accadde domani”, la rassegna promossa da Fice Emilia-Romagna.
Claudia Morselli

martedì 27 maggio 2008

Torna la Par Tòt Parata

Dalla fisarmonica alla fotografia, dalle percussioni senegalesi alla danza afro.
Passando dall´Officina del Ciapinaro dove si costruiscono e si decorano carri allegorici.
Sono ricominciati, anche quest´anno, i laboratori gratuiti per prepararsi alla Par Tòt Parata - la parata per tutti - in programma dal 20 al 22 giugno.
Tre giorni di feste di strada , spettacoli e incontri sparsi per Bologna.
Percussioni, musiche da tutto il mondo e culture che si incrociano attraverso bande di fiati, teatranti e danzatori di strada, clown e giocolieri.
Nove i laboratori aperti alle adesioni, per i quali non è richiesta nessuna particolare competenza o esperienza: non c´è bisogno di iscriversi, basta presentarsi nei luoghi indicati al momento giusto. Gratuito è il contributo dei tanti artisti che conducono i laboratori, gratuito l´utilizzo degli spazi e l´accesso. Per tutti.
Tre le date a cui prepararsi, a partire dalla sera di venerdì 20 giugno, quando acrobati e giocolieri anticipano l´evento sulla scalinata del parco della Montagnola.
Sabato 21 Par Tòt Parata inaugura l’estate bolognese alle 15 con una Parata di bambini, pupazzi giganti e carri di frutta che da Piazza Maggiore segue via D’Azeglio, via Collegio di Spagna, via Saragozza fino a Porta Saragozza.
Da qui alle 16.30 parte la Grande Parata Par Tòt: i bambini passano il testimone a ballerini, percussionisti, teatranti, musicisti, carri colorati e a tutti i cittadini artisti di Par Tòt Parata.
Il percorso lungo via Saragozza prosegue fino all’arco del Meloncello, via Porrettana, via Andrea Costa, terminando al Parco di Villa Serena (arrivo previsto per le 20.30).
La serata continua al Parco di Villa Serena tra cibo, bevande, musica e concerti per tutti, in collaborazione con gruppi e artisti del Carnevale di Scampia (Napoli), gemellato con la Par Tòt.
Sempre al Parco domenica 22 alle 17 si incontrano le Parate di Bologna, Napoli Bruxelles, Belfast e Lione per il terzo Simposio internazionale dedicato alla manifestazione.
A seguire performance a cura degli artisti Par Tòt, cucina etnica e ancora musica e festa di chiusura.
Per saperne di più chiamare il numero 051- 48.28.00 oppure scrivere un messaggio a assoltreposta@libero.it.
Claudia Morselli

lunedì 26 maggio 2008

Gli oggetti di Wojtyla in mostra

Una mostra degli oggetti personali e del percorso di vita di Karol Wojtyla: è "Totus Tuus", ovvero "Un uomo, un prete, il papa", visitabile fino al 13 giugno a Bologna, a Palazzo Pepoli Campogrande.
L' iniziativa è stata promossa dall'Associazione culturale di San Vittore in occasione del trentesimo anniversario della chiamata di Giovanni Paolo II al Soglio pontificio.
Un centinaio gli oggetti in mostra, suddivisi in due sezioni. La prima - "Da Wadowice a Cracovia, 1920-1978" - illustra il suo percorso dal giovane uomo, poi divenuto prete, a vescovo, fino alla nomina a cardinale.
Attraverso oggetti personali come libri, scarpe, documenti, abbigliamento e foto si potrà conoscere da vicino la vita privata del Papa. Si potranno visionare molti documenti sulle sue origini, la famiglia, gli studi, il periodo della guerra e dell'occupazione nazista in Polonia ed il successivo periodo del comunismo, la carriera ecclesiastica, l'insegnamento, la vita episcopale, fino alla carica di cardinale di Cracovia.
La seconda parte - "Da Cracovia a Roma, 1978-2005" - presenta oggetti personali come la sua veste papale, le scarpe, la casula, il calice, i documenti e le fotografie.
In mostra anche opere d'arte e doni ricevuti dalle personalità di tutto il mondo, oltre a manufatti e giocattoli offerti dai bambini.
In vista della beatificazione di Giovanni Paolo II, gli oggetti esposti a Bologna - rilevano i promotori - "non rappresentano solo ricordi storici, ma presto acquisteranno anche un significato particolare diventando delle reliquie".
Per la chiusura della mostra, il 13 giugno alle 21 è previsto un concerto con il musicista polacco Stanislaw Soyka, che con le sue composizioni sui versi di Wojtyla raccolte nel volume "Trittico Romano" si esibì davanti al Pontefice nel novembre 2003.
Claudia Morselli

domenica 25 maggio 2008

All'Arena del Sole torna il "Teatro delle Scuole"

Nuovi appuntamenti all'Arena del Sole con il ''Il Teatro delle Scuole'', la rassegna di spettacoli allestiti dalle scuole di Bologna e provincia, giunta alla sua ventiduesima edizione ed in programma dal 26 al 31 maggio.
Le tematiche dell'intercultura e dell'educazione ambientale e alimentare sono al centro degli spettacoli che andranno in scena la prossima settimana.
Ad aprire la rassegna sarà "I turbolenti. Ovvero il mondo che vogliamo", spettacolo sulla velocità della vita odierna che divora i rapporti umani e non lascia cogliere le differenze, realizzato dagli allievi dell'Ipc ''Aldrovandi-Rubbiani''.
"Il Teatro del Grand Guignol", proposto dagli studenti del liceo classico ''Marco Minghetti'' farà rivivere in scena la teatralità cruenta e macabra di questo genere affermatosi verso la fine dell'Ottocento, senza trascurare l'importanza del gioco con il corpo e la maschera dell'attore.
La scuola media "Irnerio" presenterà, invece, lo spettacolo "Rom, cioè uomini".
Al tema della multiculturalità si rifà anche lo spettacolo realizzato dalla scuola media ''Zappa'' Omumbo-Rombonga "L'albero dei sogni", mentre mentre gli spettacoli, "Il mago di Zoz. Piccole discariche quotidiane" e "Sprek, un orco alimentare" proposti dalla scuola media "Panzini", si richiamano ai temi dell'ambiente e dell'educazione alimentare.
Claudia Morselli

sabato 24 maggio 2008

Festival della Psicologia

Fino a domani, domenica 25 maggio si tiene a Bologna la seconda edizione di FdP, il primo e unico Festival della Psicologia in Italia.
Ideato dall’Assessore Maria Cristina Santandrea insieme allo psicoterapeuta Paolo Franchini e sostenuto da UniCredit Banca in qualità di sponsor unico, il Festival si propone come luogo di incontro tra i settori più vivaci della realtà cittadina, quelli economici e turistici e quelli culturali. Nato con una vocazione eminentemente divulgativa, il Festival intercetterà, come già avvenuto durante la passata edizione, il pubblico più vario: “Si va dagli addetti ai lavori, fino ai semplici curiosi, – ha sottolineato l’Assessore Santandrea – che desiderano conoscere più da vicino la città di Bologna e ascoltare riflessioni approfondite su tematiche attuali”.
La riflessione di quest’anno si concentrerà particolarmente sull’Eros legato ai sentimenti dell’Invidia e della Lussuria.
A parlarne ci saranno psicologi, giornalisti, criminologi, esperti d’arte.
In particolare, Vittorino Andreoli tesserà un “Elogio alla normalità”, riflettendo su “comportamenti dimenticati”; Paolo Crepet parlerà de “Il corpo e il gioco della seduzione”; Willy Pasini, analizzerà “L’immaginario erotico”, in particolare “il limite tra trasgressione e ossessione”.
Il festival sarà anche un’occasione per conoscere le ultime produzioni letterarie di autori come Maria Rita Parsi e Raffaele Morelli.
Gli incontri saranno anche un’occasione per ammirare alcuni tra i gioielli artistici di Bologna: la sala dei Carracci del Palazzo Magnani, sede dell’UniCredit, la Cappella Farnese e la Sala Farnese di Palazzo d’Accursio, la sala dello Stabat Mater dell’Archiginnasio, il Teatro Manzoni.
Tutti gli incontri sono a ingresso gratuito.
Claudia Morselli

domenica 18 maggio 2008

Nasce a Bologna il Design Center dell'Emilia Romagna

Nasce a Bologna un centro per promuovere il design nel sistema produttivo dell’Emilia-Romagna utilizzando le competenze dei docenti e dei giovani laureati dell’Accademia di Belle Arti.
Il nuovo "Design Center Bologna", progettato dall’Accademia, prende il via con l’accordo sottoscritto con la Regione Emilia-Romagna e la Fondazione Carisbo che lo sosterranno ed è stato presentato dal presidente dell’Accademia Fabio Roversi Monaco assieme al direttore dell’Accademia Mauro Mazzali, dall’assessore regionale alle attività produttive Duccio Campagnoli e da Carlo Branzaglia, docente dell’Accademia che assume la direzione scientifica del Centro.
Il Design Center entrerà a far parte della rete regionale per l’alta tecnologia dell’Emilia-Romagna, sostenuta dalla Regione.
Si impegnerà, infatti, non soltanto in attività di ricerca e sperimentazione come laboratorio dell’Accademia, ma anche di fornitura di trasferimento di conoscenza e servizi di alta formazione e consulenze mirati alle imprese.
Il progetto parte dalle iniziative sul piano della formazione e della ricerca nel settore del design poste in essere dall’Accademia di Belle Arti (che dall’anno accademico 2006-2007 ha aperto un corso di laurea di Progettazione grafica e dal 2008-2009 ne farà partire anche uno in Design di prodotto) e fa seguito all’attività di relazione e contatto con professionisti, istituzioni e imprese, oltre che alla valutazione delle necessità del contesto imprenditoriale regionale che ha portato alla nascita all’interno dell’Accademia di Belle Arti di un Dipartimento di progettazione e arti applicate.
Il "Desing center Bologna" che vede un investimento iniziale di 2,5 milioni di euro, sarà guidato da un comitato scientifico designato dall’Accademia; impegnerà una squadra di 15 persone tra docenti dell’Accademia: uno staff permanente di ricercatori scelto tra giovani neo laureati, laureandi e una rete di esperti dei vari settori.
"Il Desing center è un'idea bella e originale – ha detto l’assessore Campagnoli – che, grazie all’intuizione della Accademia di Belle Arti di Bologna e al nuovo impegno che condividiamo con la Fondazione Carisbo, mette a disposizione delle imprese di Bologna e della regione molto di più del marketing di tutti i giorni; offrirà, infatti, le risorse della scienza, del design e della comunicazione, con le nuove tecnologie disponibili anche in questi campi, per l’innovazione di prodotti che è ancor più importante dell’innovazione tecnologica. Un progetto tanto più interessante perché si propone di riscoprire e riutilizzare anche in questo campo la grande e peculiare tradizione di cultura artistica e di cultura industriale di Bologna e della nostra regione. Tra l’altro il Design center studierà il marchio unitario del sistema fieristico regionale dell’Emilia-Romagna. Darà così anche un contributo importante a quell’obiettivo di promuovere un nuovo "Made in Emilia-romagna", come parte delle eccellenze del nuovo "Made in Italy", che è un po’ il filo conduttore di tutta la politica industriale regionale che abbiamo sviluppato e vogliamo sviluppare".
A ispirazione del Design Center c’è innanzitutto una ricognizione delle collezioni pubbliche e private e dei patrimoni relativi alla cultura industriale in Emilia-Romagna nell’ipotesi di una loro messa in rete e un’analisi delle opportunità che da questo patrimonio possono di derivare per la formazione dei nuovi "artisti" del desing.
Il primo appuntamento al Design Center Bologna è con la conferenza "Le scelte del packaging", in programma il 16 e 17 giugno prossimi.
Claudia Morselli

sabato 17 maggio 2008

Superba "Norma" Daniela Dessì affascina Bologna

Si respirava un po' di aria di Sardegna, al Teatro Comunale di Bologna, per la prima recita del capolavoro di Vincenzo Bellini, «Norma».
Ad interpretare la «druidessa» era infatti il soprano Daniela Dessì, artista tra le più apprezzate nell'attuale panorama lirico internazionale, che - pur essendo nata a Genova - vanta origini tutte sarde, essendo suo padre un militare cagliaritano, trapiantato in Liguria per motivi di lavoro. Anche se la Dessì è oggi cittadina del mondo, grazie ad una carriera ormai quasi trentennale che l'ha portata ad esibirsi nei maggiori teatri, le sue origini sarde non sono mai state rinnegate, tutt'altro.
Per la Dessì è il cinquantaquattresimo personaggio, per il cui debutto ha scelto ancora una volta Bologna, forse perché il pubblico bolognese l'ha sempre amata e apprezzata, non facendole mai mancare quell'affetto che è necessario per sostenere una prova così difficile e molto faticosa, considerato che il personaggio di Norma canta moltissimo, rispetto alla media di tante altre opere del repertorio della prima metà dell'Ottocento.
Certo la Dessì, rispetto ad altre interpreti del nostro tempo, arriva relativamente tardi ad interpretare Norma.
Al fianco della Dessì Fabio Armiliato, compagno di scena e di vita della Dessì ormai da tempo, che interpreta Pollione accanto a Kate Aldrich (Adalgisa) e Rafal Siwek (Oroveso).
Oltre all'interesse per il debutto della Dessì nel ruolo di Norma, l'allestimento del Comunale di Bologna si segnala anche per le scene disegnate da Mario Schifano per il Petruzzelli di Bari, mai viste perché il teatro bruciò prima dell'allestimento dell'opera: una curiosa coincidenza, dal momento che l'opera per la quale il grande artista ideò le scene si conclude proprio con un rogo.
I bozzetti originali, che sopravvivendo hanno permesso la ricostruzione delle scene, sono esposti nel foyer del Comunale.
Si diceva del successo e dell'apprezzamento della prova del soprano. Marco Beghelli, grande conoscitore del melodramma italiano ottocentesco e della sua prassi esecutiva, sul Giornale della musica on-line, riconosce a caldo che «l'esito è vincente e soddisfa le migliori aspettative. Il personaggio di Norma vocalmente c'è tutto, con un'evoluzione che parte da una "Casta diva" quasi di giovane spaurita e cresce verso la consapevolezza di donna matura. Rifuggendo da imitazioni, il soprano rimodella il personaggio sulla sua voce, fatta di dolcezze infinite ma capace di potenziarsi nell'invettiva violenta».
Claudia Morselli

venerdì 16 maggio 2008

La Cineteca di Bologna a Cannes 2008

La Cineteca di Bologna rinnova il proprio impegno nel recupero dei grandi film perduti, e anche quest’anno il Festival di Cannes sarà la prestigiosa vetrina per due restauri curati dal laboratorio della Cineteca L’Immagine Ritrovata, nell’ambito della attività della World Cinema Foundation, voluta da Martin Scorsese proprio salvaguardare il cinema “dimenticato”.
Saranno “Susuz Yaz” (L’estate arida) del turco Metin Erksan e “Touki Bouki” (Il viaggio della iena) del senegalese Djibril Diop Mambéty le due pellicole restaurate che vedremo a Cannes, “adottate”, la prima, da Fatih Akin, la seconda, da Souleymane Cissé.
Lunedì 19 maggio, ore 15, Salle Buñuel, nell’ambito di Cannes Classics, sarà proiettato “Susuz Yaz”, alla presenza di Fatih Akin, del regista Metin Erksan, dell’attrice protagonista Hülya Kocyigit e dell’attore protagonista e produttore Ulvi Dogan.
Il giorno successivo, martedì 20 maggio, ore 17, sempre nella Salle Buñuel, sarà la volta di “Touki Bouki”, alla presenza di Souleymane Cissé. Per la Cineteca di Bologna sarà presente in entrambe le occasioni il direttore Gian Luca Farinelli.
Anche quest’anno il Festival di Cannes sarà dunque il prestigioso teatro dell’attività della World Cinema Foundation. La Cineteca di Bologna, che in un certo senso ha precorso questo nuovo progetto della WCF con recuperi come “Come Back, Africa” di Lionel Rogosin, “Harvest: 3000 Years” di Haile Gerima, è l’unica cineteca ad essere stata coinvolta dalle origini del progetto, che risalgono al 2005.
Con i restauri di "Susuz Yaz" e di "Touki Bouki" la Cineteca di Bologna consolida il suo lavoro di valorizzazione, attraverso il restauro e la diffusione delle nuove versioni, del cinema internazionale che ha per soggetto il cinema del Sud del mondo.
Claudia Morselli

mercoledì 14 maggio 2008

Un pomeriggio tra amiche

Sfileranno in passerella come delle top model ma le donne che giovedì 15 maggio a Bologna avranno su di loro lo sguardo del pubblico sono invece "modelle speciali", donne "normali" operate al seno dopo un tumore.
Torna, dopo il successo dell'edizione passata, sotto le Due Torri "Un pomeriggio tra amiche", una giornata di informazione, musica, danza per testimoniare come il tumore al seno possa essere un evento completamente superabile mantenendo la bellezza ed il sorriso interiore; l'appuntamento è alle 16.10 presso l'Oratorio San Filippo Neri in via Manzoni.
Durante l'evento, condotto dalla giornalista giornalista Paola Saluzzi, Maria Cristina Cucchi, direttrice della Chirurgia Senologica dell'Ospedale Bellaria-Azienda Usl di Bologna, spiegherà come le nuove tecniche di chirurgia senologica consentano la ricostruzione immediata del seno, laddove è oncologicamente necessaria la completa asportazione del seno malato, con i notevoli vantaggi, anche sul piano psicologico,che questa tecnica consente.
Seguirà uno spettacolo di danza classica ed la sfilata di moda "Estate 2008" realizzata da Carla Cappelli per Bang Bang con gli abiti da sera della stilista Alberta Ferretti.
Claudia Morselli

martedì 13 maggio 2008

Confinate fra quelle mura: Ildegarda, Santa Cristina e la musica delle monache

Ora et labora, predicava la Regola benedettina. C’era un tempo per la preghiera (comunitaria e personale) e un tempo per il lavoro. Che non era solo quello fisico.
Nei monasteri e nei conventi ci si dedicava allo studio delle Sacre Scritture, ma anche delle scienze e delle arti. Come la musica. Perché anche attraverso il canto si lodava il Signore.
La pratica musicale è stata spesso considerata appannaggio delle comunità monastiche maschili, ma è stato accertato che fosse invece una consuetudine centrale anche nei conventi femminili.
A Bologna, ad esempio, c’era il Convento di Santa Cristina, appartenente all’ordine camaldolese, fondato nel 1097 nel territorio dei gessi bolognesi e trasferito poi alla metà del Duecento dentro le mura nel Convento di Santa Cristina della Fondazza (Piazzetta Morandi 2).
E proprio in questa cornice stasera alle 21 si terrà il primo concerto della rassegna “Note Muse”, un viaggio dal Medioevo ai giorni nostri attraverso l’arte musicale delle grandi compositrici. Il progetto intende dare visibilità, con seminari, conferenze e concerti, ad un repertorio che è ancor oggi poco conosciuto e valorizzato: quello delle musiche composte da donne. Fatta eccezione per quelle che affiancarono il lavoro di mariti, padri e fratelli celebri (Anna Magdalena Bach, Clara Schumann, per citarne qualcuna) restano a volte nell’ombra nomi come la mistica e visionaria Hildegard Von Bingen, la grande clavicembalista Elisabeth-Claude Jacquet de la Guerre, musicista ufficiale del Re Sole, Anna Bon alla corte di Federico Il Grande.
Si inizia il viaggio stasera con la musica sacra nata fra le mura dei conventi (da quella di Ildegarda a quella di Lucrezia Orsina Vizzana che soggiornò proprio nel convento di Santa Cristina), eseguita da Cappella Artemisia, con la partecipazione dell’attrice Francesca Mazza. Fondata nel 1991 dall’americana Candace Smith (in Italia dal 1978) che la dirige, Cappella Artemisia è un ensemble di voci e strumenti che si dedica alle musiche dei monasteri femminili italiani del ‘500 e del ‘600. Il nome del gruppo si ispira a quello della pittrice Artemisia Gentileschi, figura particolarmente in vista nel mondo dell'arte italiana del Seicento.
L’Ensemble ha sei CD al suo attivo incisi con la casa discografica Cactus, tutti accolti favorevolmente da critici musicali e storici in Italia e all’estero.
Mercoledi’ 14 maggio (ore 16-19) invece al Conservatorio di Bologna di Piazza Rossini 2 si parlerà di donne compositrici nell’epoca romantica con Maria Pia Casalena e Piero Mioli e sempre il romanticismo musicale al femminile sarà il tema del concerto di venerdì 16 maggio (ore 21, Convento di Santa Cristina) con un omaggio a Clara Schumann con l’Orchestra del Conservatorio di Bologna diretta da Nicoletta Conti.
Il programma completo della rassegna è consultabile al sito http://www.euterpemousike.com/sitonotemuse/programma.html
Katia Grancara

domenica 11 maggio 2008

Christina Kim e la Moda Etica

Una mostra, tre installazioni nel cuore di Bologna e un programma di eventi collaterali per ripensare la professione di stilista. Un modo di vedere l'abito come simbolo capace di raccontare una storia e come manufatto ideato con attenzione alle problematiche dell'ambiente.

Anche un abito può raccontare una storia. E rappresentare un valore.
Può sembrare un discorso non immediatamente comprensibile, soprattutto per chi considera la moda e il design come professioni effimere.
Spesso infatti il mondo della moda è associato al consumismo, all'interesse economico e a una continua ricerca della perfezione estetica.
Ma la creazione di un abito può essere qualcosa di più e qualcosa di diverso. Rappresentare un modo di vedere, una scelta concreta sui problemi mondiali più urgenti, come la salvaguardia dell'ambiente.
È il caso dell'attività di Christina Kim, clothing designer di Los Angeles di origine coreana e creatrice della linea "dosa".
Da due decenni, la designer unisce nella produzione di abiti moderni sia la pratica dell'artigianato, sia l'uso di materiali riciclati e tecniche tradionali.
Un progetto prezioso nella "globalizzazione dei mercati", dove spesso vengono dimenticati i saperi tradizionali e il rispetto dell'ambiente.
A Christina Kim, la città di Bologna dedica un evento di grande rilevanza nel campo della moda e del design: una mostra, "Naturale, rigenerato, fatto a mano: la moda etica di Christina Kim" e tre installazioni nel centro di Bologna.
L'iniziativa, realizzata a conlcusione del focus group "Creativity, Technology and Design", è organizzata dall' ISA (Isituto di Studi avanzati dell'Università di Bologna), con la collaborazione del Comune di Bologna e del Museo Internazionale e biblioteca della Musica.
La mostra, esposta al Museo della Musica in Strada Maggiore, 34 fino all'8 giugno, illustra in modo dettagliato la storia dei progetti di recycling della linea "dosa".
Attraverso le sue diverse sezioni, la mostra invita a riflettere sull'ispirazione del design, sul suo processo e sulla sua natura.
Collaborano all’allestimento due nomi di rilievo del design internazionale: Karen Spurgin, textile designer inglese, e Nelson Sepulveda, art director del trendmagazine Bloom.
Oltre alla mostra, il progetto prevede una serie di installazioni all'aperto, esposte a Palazzo della Mercanzia, nel Portico della Morte in Via de’ Musei e nell'Arco fra Pavaglione e via Clavature.
Le installazioni consistono in banderas, stendardi da preghiera, e in milagros, ex-voto messicani a forma di cuore, disposti in semplici geometrie secondo la stoffa e il colore.
Le bandiere indiane Bandhani e gli ex-voto sono ricavati da scampoli di stoffe fatte a mano, riciclati dalla produzione di vestiti; le bandiere di carta sono fatte a mano con materiale naturale.
Tutte le iniziative documentano, attraverso la materialità e il piacere estetico proprio degli oggetti, dei tessuti,il progetto che sta dietro la produzione della stilista.
Il pubbblico, oltre alla mostra e alle installazioni, avrà la possibilità di seguire numerosi eventi collaterali. Il primo è in programma per lunedì 12 maggio, alle ore 17,30, sempre al Museo della Musica: si tratta della tavola rotonda su "Arti e tecniche del riciclo", che vedrà la partecipazione della stessa Christina Kim assieme a Eungie Joo (Director and Curator of Education and Public Programs, New Museum of Contemporary Art, New York), Mario Lupano, Raffaele Milani, Luciano Morselli e Andrea Segré (Università di Bologna). Coordina Giovanna Franci; introducono Pierangelo Bellettini, Dario Braga, Mauro Felicori.
Un altro incontro con Christina Kim è poi previsto per giovedì 15 maggio, alle ore 12, presso l'Aula Arcangeli dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.
L'appuntamento rientra all'interno del "Progetto Container. Osservatorio/laboratorio di arte pubblica", coordinato dalla prof. Mili Romano.
Ultimo appuntamento, venerdì 16 maggio, alle ore 17, presso il Museo della Musica, con "Caffè-scienza", organizzato dal prof. Luciano Morselli assieme gli allievi del Collegio Superiore.
"La città di Bologna – dalle parole dell'assessore al commercio Maria Cristina Santandrea - un tempo “città della seta” e oggi sede di un colosso europeo come Centergross, appare una sede opportuna per un evento come questo".
Un evento che permetterà a un pubblico vasto di comprendere quest'aspetto della moda forse poco conosciuto.
Il valore di un abito inteso come prodotto "organic", eco sostenibile.
Come simbolo capace di raccontare una storia: le mani che l'hanno tessuto, le idee che l'hanno creato.
Claudia Morselli

sabato 10 maggio 2008

Fattorie Aperte

Sono 230, di cui 118 a produzione biologica e 97 con attività agrituristica, le aziende agricole dell'Emilia Romagna selezionate dalla Regione in occasione dell'edizione 2008 di "Fattorie aperte", la manifestazione che l'11 e il 18 maggio prossimo consentirà a grandi e piccini di scoprire i prodotti, i mestieri e le tradizioni della campagna, in un viaggio nel mondo agricolo tra le 9 province emiliano-romagnole.
Degustazioni, passeggiate, escursioni, giri in calesse e biciclettate, ma anche acquisti direttamente dai coltivatori e dai produttori, sono solo alcune delle attività previste lungo i 30 diversi itinerari di interesse naturalistico e storico-culturale che collegano le aziende partner del progetto.
"Si tratta dell'occasione più importante in Emilia Romagna - ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni - per far incontrare città e campagna e che risponde ad una fortissima domanda finalizzata a capire, a poter scegliere e distinguere la buona dalla cattiva agricoltura".
La mappa delle "Fattorie aperte" tocca tutte le province della Regione e conta 26 aziende a Piacenza, 30 a Parma, 24 a Reggio Emilia, 39 a Modena, 24 a Bologna, 23 a Ferrara, 18 a Ravenna, 31 a Forli'-Cesena e 15 a Rimini.
La manifestazione, che compie 10 anni e che ha al suo attivo un pubblico di oltre 450 mila persone, è illustrata nei dettagli anche sul sito internet dedicato che prevede, infine, un concorso per l'elezione della "Fattoria aperta dell'anno".
Alla vincitrice, che sarà scelta dagli stessi visitatori, spetterà un premio conferito dall'assessorato regionale all'Agricoltura.
Claudia Morselli

lunedì 5 maggio 2008

La Norma di Bellini in diretta su Europa Cinema

Sarà trasmessa domani sera mercoledi 7 maggio, in diretta alle 20,30 all' Europa Cinema di Bologna, in Via Pietralata 55/a, la "Norma" di Vincenzo Bellini che andrà in scena contemporaneamente al Teatro Comunale.
Composta in meno di tre mesi, dall'inizio di settembre alla fine di novembre del 1831, l'opera debuttò al Teatro alla Scala di Milano il successivo 26 dicembre.
Il soggetto, tratto dalla tragedia di Alexandre Soumet "Norma, ossia L'infanticidio", è ambientato nelle Gallie, al tempo dell'antica Roma, e presenta espliciti legami con Medea.
Fedele a questa idea di classica sobrietà, Bellini adottò per "Norma" una tinta orchestrale particolarmente omogenea, relegando l'orchestra al ruolo di accompagnamento della voce.
Opera incentrata sulla protagonista, "Norma" divenne il cavallo di battaglia di alcuni grandi soprani del passato, tra cui Maria Callas e Joan Sutherland; tuttavia la poliedricità del personaggio e della sua vocalità, che passa dal lirismo più puro ad accenti di sconvolgente drammaticità, ne fanno uno dei ruoli più impervi per voce di soprano, tanto che l'opera è oggi più famosa che rappresentata.
Claudia Morselli

domenica 4 maggio 2008

Slow Food on Film

Quest’anno per la prima volta si terrà a Bologna, dal 7 all’11 maggio, lo Slow Food on Film; un vero e proprio festival internazionale di cinematografia che abbina la settima arte al mondo food.
Quest’evento, come si evince dal nome, è stato promosso dal movimento Slow Food in collaborazione con la Cineteca del Comune di Bologna al fine di promuovere, cosa che Slow Food fa da anni nei più disparati ambiti, una nuova consapevolezza critica nella cultura alimentare.
All’inizio della sua storia, tre anni fa, Slow Food on Film, era soltanto una sezione dedicata al cibo all’interno del festival Corto in Bra; poi il crescente successo tributato a quest’idea ha convinto gli organizzatori a trasformarlo in un festival a se stante.
Il fine dello Slow Food on Film, è quindi quello di valorizzare e promuovere la visione di film, cortometraggi, documentari e serie tv capaci di sviluppare e sottolineare un discorso – ma in questo caso forse sarebbe meglio dire una poetica – originale sul cibo, sia che lo si affronti dal punto di vista economico, storico, sociale, sia che si analizzino temi quali la sostenibilità ambientale, la memoria gastronomica o il patrimonio agroalimentare da salvare.
La manifestazione avrà come epicentro la cittadella della Manifattura delle Arti, con le due sale del cinema Lumiere, la biblioteca Renzo Renzi che accoglierà i laboratori gastronomia, il Dipartimento di Musica e Spettacolo che ospiterà la cena finale, mentre quella inaugurale (per 120 persone a 40 euro), proporrà, al centro sociale Giorgio Costa, un menu della tradizione con tortellini in brodo di cappone, tagliatelle al ragù e torta degli Addobbi.
Ospite d'onore Luciana Littizzetto.
Per le prime quattro serate del festival l'appuntamento fisso è con "Un film nel piatto": quattro proiezioni al Cinema Arlecchino (ore 20), cui seguirà alla galleria MAMbo una degustazione in tema con la pellicola, dal cous cous allo "spaghetto alla bolognese".
Ci sono poi i Laboratori del gusto alla Biblioteca Renzo Renzi, i Laboratori didattici, i concorsi video (per corti, documentari, lungometraggi, serie tv), i convegni, le presentazioni, uno spettacolo della Compagnia teatrale Koinè.
Più di 60 proiezioni in 5 giorni,con molte anteprime italiane e internazionali tra i titoli selezionati nei quattro concorsi internazionali del festival:
Short Competition – per i cortometraggi provenienti da tutto il mondo prodotti dal 2006 in poi. Docs Competition – per i documentari. Per questa sezione saranno assegnati due premi, quello per il miglior documentario e per il miglior documentario breve.
BFF, Best Food Features – in una rosa di cinque lungometraggi, la giuria eleggerà il miglior lungometraggio per quanto riguarda la stagione 2006-2007.
Best Tv Series – il festival individuerà la serie tv, sia di fiction sia documentaristica, che, nel panorama internazionale, si sarà contraddistinta per una particolare rappresentazione della cultura gastronomica nel senso più ampio del termine.
Claudia Morselli

Regali e regole




Fino al 29 giugno sarà visitabile, presso lo SpazioGAM del MAMbo, “Regali e regole. Prendere, dare, sbirciare nel museo” con progetti ideati e creati per l’occasione da Stefano Arienti e Cesare Pietroiusti.

La mostra, che ha fatto da evento inaugurale per lo SpazioGAM, illustra in maniera chiara la futura linea guida delle iniziative che troveranno sede in questa parte del museo bolognese, non a caso attigua alla collezione permanente: qui infatti vengono esposte opere nate da attività sperimentali e laboratoriali volte a sviluppare una maggiore interazione con la città e il territorio oltre che una divulgazione delle più attuali ricerche artistiche.
In questa occasione opere frutto dell’inedita collaborazione fra due dei più significativi artisti italiani sono affiancate a loro importanti opere del passato sviluppando così, da una parte, un dialogo continuo sui temi e sulle problematicità che investono oggi l’arte contemporanea (l’autorialità, il valore dell’opera d’arte, la sua distribuzione e la sua conservazione, la partecipazione del pubblico) e, dall’altra, i punti di partenza della rispettiva ricerca mostrandone convergenze e complementarità.
Così un’intera parete ricoperta da centinaia di disegni prodotti durante il workshop condotto dagli artisti nella settimana precedente la mostra mediante l’utilizzo dei materiali e delle tecniche che gli sono propri (vino Sangiovese di Romagna o acqua di rubinetto su carta per Cesare Pietroiusti e disegno a mano libera per Stefano Arienti) diventa il simbolo di un’opera viva, mutevole e per la prima volta alla portata, economica, di chiunque; qualunque visitatore infatti può, nel rispetto di regole prestabilite e fino ad esaurimento, prendere e portare via uno dei disegni originali esposti.
Il pubblico è protagonista anche nella realizzazione di “Disponibilità della cosa” la scultura creata dai due artisti durante la serata inaugurale dello scorso 5 aprile con banconote da 50 euro donate dai visitatori presenti; tale iniziativa sancisce la nascita di nuova forma di mecenatismo low budget.
Gli offerenti infatti si trasformano per la prima volta da semplici spettatori a veri e propri compartecipanti di un’opera di cui in caso di eventuale vendita futura riceveranno gli utili realizzati.
Qui le piegature di Stefano Arienti, già presenti in mostra con un’opera del 1988 “Turbine”, convergono nelle alterazioni di Cesare Pietroiusti fondendosi in un oggetto in cui le implicazioni estetiche e economiche sono completamente indistricabili.
L’indefinibilità del progetto e il suo continuo sforamento verso territori di condivisione tra artista e pubblico, e finora mai esplorati da un museo italiano, continueranno per tutta la durata dell’esposizione e si concluderanno per il finissage quando tra il 28 e il 29 giugno Stefano Arienti e Cesare Pietroiusti resteranno per 24 ore consecutive all’interno del museo per incontrare i visitatori e discutere con loro.
Claudia Morselli

venerdì 2 maggio 2008

L'orgoglio gay si mette in mostra

Trent'anni fa, nel 1978, a Bologna si tenne la prima manifestazione nazionale che rivendicava i diritti degli omosessuali.
Iniziativa promossa dai collettivi locali, come il "Circolo frocialista", antesignano dell'Arcigay, che portarono a sfilare fino a piazza Maggiore circa 200 manifestanti e che diedero vita al primo convegno in Italia sull´argomento.
Parte da quell'avvenimento la mostra fotografica "Bologna orgogliosa, 1978-2008" che si è aperta alla Galleria Accursio (sottopassaggio via Rizzoli) dando il via al programma culturale del Pride 2008.
Una carrellata di 120 immagini che escono dal Centro di Documentazione Arcigay "Il Cassero", selezionate e ordinate da Sara De Giovanni, a ricordare le diverse manifestazioni che si sono susseguite dal 1978 ad oggi.
Scatti per lo più in bianco e nero, provenienti dagli archivi di fotografi professionisti come Sergio Perini ed Enrico Scuro e da quelli di amatori, che restituiscono lo spirito allegro e pacifico della manifestazioni del tempo, affiancati da documenti e da rassegne stampe che ricompongono invece il dialogo e gli scontri che, allora come oggi, hanno sempre accompagnato le lotte di rivendicazione dei diritti di gay e lesbiche.
"Dagli scatti si può capire come queste manifestazioni siano sempre state allegre e chiassose - spiega Sara De Giovanni - ma ci si rende anche conto come non compaiono mai quelle immagini stereotipate di persone con body succinti e boa di struzzo. E sui cartelli si leggono le rivendicazioni, in parte le stesse di oggi. Ma diciamo che allora prevaleva più il sapore festaiolo. Era in fondo l'infanzia del movimento e in giovane età non ti preoccupi dei diritti della maturità e della vecchiaia."
Non sono cambiati i cartelli e non cambiano i dibattiti politici che hanno infiammato la città, civile e religiosa, chiamata a dare risposte al movimento.
"Le polemiche ci sono sempre state, soprattutto negli anni Ottanta quando si è arrivati all'apertura del Cassero di Porta Saragozza, prima sede assegnata da un'amministrazione comunale ad un circolo omosessuale - commenta la curatrice - ma allora sembrava che ci fosse un cuscinetto capace di far sì che le polemiche non degenerassero mai in attacchi alla dignità delle persone. Sono interessanti alcune foto che riprendono gli anziani in piazza Maggiore a discutere, anche animatamente, con alcuni ragazzi vestiti in maniera eccentrica."
Testimonianza di un dialogo che ha creato la fama di Bologna come città tollerante.
Poi dal bianco e nero si passa al colore, grazie alle fotografie che provengono dall'archivio di Stefano Casagrande: scatti vintage che raccontano però bene il colore del movimento.
La mostra, aperta fino all'11 maggio, è accompagnata da un catalogo con la prefazione di Vincenzo Branà e la grafica di Serena Sacchetti.
Claudia Morselli

giovedì 1 maggio 2008

Antiche Pagine

Si preannuncia a Bologna un fine settimana all’insegna del libro e della stampa antica: venerdì 2 maggio in occasione della XIV edizione di Antiche Pagine, mostra mercato organizzata dal Centro Culturale Librai e Bibliofili Bolognesi, il chiostro e la biblioteca della Basilica di San Francesco, in Piazza Malpighi 9, ospiteranno le cinquanta librerie provenienti da tutta Italia per una caccia alle prime edizioni di libri di infanzia, testi antichi e rari o anche esauriti e sempre ricercati, carte geografiche, incisioni di pregio e stampe d’arredo.
Ascom Bologna crede molto e partecipa fattivamente a tutte le iniziative che, come Antiche Pagine, ribadiscono il ruolo strategico dell’imprenditoria per l’orientamento culturale e la formazione dei giovani - rileva il Presidente Enrico Postacchini - dando piena voce alla città e al territorio.
Infatti questa manifestazione, diventata un appuntamento fisso non solo per i collezionisti , ma anche per tutti coloro che nel primo fine settimana di maggio sono a Bologna, documenta l’attenzione riservata dai librai antiquari al collezionismo d’Autore, segnando una lunga storia di sostegno e interesse per il libro antico considerato come patrimonio spirituale che deve essere valorizzato e fatto conoscere ad un più largo pubblico.
La realizzazione di questa Mostra-Mercato è frutto di tale convinzione: essa propone una scelta meditata di opere, spesso non facilmente reperibili e comunque difficilmente accessibili ad un pubblico se non propriamente addetto , che i librai, oltre a raccogliere e mostrare le opere, contribuiscono alla conservazione del patrimonio librario italiano e ne promuovono la valorizzazione.
Antiche Pagine o meglio, come ormai viene conosciuta, Mostra di Maggio - ha rilevato Arnalda Guja Forni Presidente del Centro Culturale Librai e Bibliofili Bolognesi - è riuscita a ritagliarsi in questi quattordici anni un posto tutto suo nel mondo del collezionismo cartaceo.
Diversi sono i motivi di questa riuscita: il suggestivo ambiente che la ospita, il meraviglioso chiostro e la biblioteca della Basilica di San Francesco nel cuore di Bologna; la grande disponibilità dimostrata dai Frati Francescani; la cordialità che il visitatore respira fra i colleghi partecipanti alla manifestazione, sono tutti ingredienti che fanno di Antiche Pagine una manifestazione atipica nata dai librai bolognesi innamorati del mestiere e della bellissima città di Bologna.
In più, quest’anno la mostra sarà arricchita da una piccola ma preziosa collaterale dedicata alla figura di Prospero Lambertini, con materiale originale che un collezionista privato bolognese concede in visione in occasione del 250° anniversario della morte di Benedetto XIV.
Claudia Morselli

martedì 29 aprile 2008

Regione Animata

Un’opportunità per giovani animatori, autori, registi che vogliano realizzare un proprio progetto con un contributo economico e tecnico professionale.
È Emilia-Romagna Regione Animata “Projects Award”, un concorso rivolto a giovani residenti o domiciliati in Emilia-Romagna che ha come finalità quella di sostenere e sviluppare la creatività giovanile nel settore del cinema d’animazione.
Per raggiungere questo obiettivo, il concorso seleziona idee originali da produrre e segue la fase di realizzazione in un cortometraggio o in un pilota di serie d’animazione, mettendo a disposizione gli strumenti necessari.
Il concorso, indetto dall’Associazione Amici del Future Film Festival, è un’iniziativa resa possibile da un contributo finanziario statale e regionale, e fa parte dell’Accordo “Geco”.
“Projects Award” è realizzato in collaborazione con il network Emilia-Romagna Regione Animata. Il bando è riservato a giovani tra i 18 e i 30 anni residenti o domiciliati in Emilia-Romagna.
Un comitato vaglierà le domande pervenute (non oltre il 31 luglio 2008) e selezionerà i partecipanti al concorso che dovranno presentare il proprio progetto in una fase detta “pitching”.
Una giuria valuterà i “lanci” e selezionerà i progetti vincitori (da 3 a 8 cortometraggi o episodi pilota di serie in animazione) che quindi potranno essere realizzati.
I concorrenti avranno l’opportunità di realizzare la propria opera tramite uno stage presso una o più delle società che costituiscono il network Emilia-Romagna Regione Animata; tramite lo stage i concorrenti potranno quindi usufruire degli strumenti adeguati e della competenza di professionisti che seguiranno tutte le fasi della lavorazione.
Le opere finite saranno presentate entro il 2010 in occasione del Future Film Festival.
Ad ogni concorrente verrà dato un rimborso spese di 2.000 euro, al termine della realizzazione dell'opera.
Presentando il progetto, l'Assessore regionale alla Cultura Alberto Ronchi ha annunciato anche l'intenzione di far circuitare i prodotti di animazione nelle sale d'essai, in collaborazione con gli esercenti cinematografici, così come accaduto per il genere documentaristico.
Il bando di concorso e maggiori informazioni si possono trovare sul sito http://www.regioneanimata.it/.
Claudia Morselli

Nel nome di Bologna

È stato presentato presso la Chiesa di Santa Cristina della Fondazza il volume "Nel nome di Bologna. Consulta tra antiche istituzioni bolognesi", a cura di Guglielmo Franchi Scarselli con introduzione di Mario Fanti (ed. L'inchiostroblu) realizzato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
Il libro presenta storia e vicende attuali di ventisei antiche istituzioni bolognesi che si pongono nel solco di una vocazione assistenziale e culturale che a Bologna ha solide radici.
Di esse il volume propone storia e vicende attuali, dando conto dei ragguardevoli patrimoni artistici e archivistici acquisiti e ampliati lungo i secoli.
Create dall’inventiva, dal cuore, dalla sensibilità religiosa e civica dei cittadini, le antiche Istituzioni fanno parte a pieno titolo della storia della città e delle sue pagine migliori.
Bologna vanta un cospicuo numero di antiche Istituzioni che svolgono tuttora la loro attività, in molti casi da tempi remoti.
Memoria e coscienza della città, tali Istituzioni hanno saputo transitare attraverso il severo collaudo dei secoli di storia, grazie a principi e finalità di grande valore, adeguandosi con efficacia ai diversi contesti in cui hanno dovuto operare.
In copertina: Marcantonio Franceschini, Madonna col Bambino e S. Petronio, Basilica di San Petronio.
Claudia Morselli

domenica 27 aprile 2008

Bologna prende corpo

Una giornata per promuovere le arti dedicate al movimento del corpo attraverso un circuito di luoghi dove danzatori e appassionati si esibiranno.
Per tutti un unico obiettivo: festeggiare la Giornata Mondiale della Danza 2008.
Il 29 Aprile 2008 è la Giornata Mondiale della Danza.
Anche Bologna celebra questo evento con una serie di appuntamenti che animeranno per tutto il giorno molte piazze della città.
Promossa dall'International Dance Council / ITI Unesco, la GMD è stata istituita nel 1982 per promuovere l'importanza della danza nel mondo, riconoscendo nell'accesso alle arti un diritto di ogni persona e convenendo nell'attribuire alla danza una valenza fondamentale per lo sviluppo dell'essere umano.
Nella mattina, Scosse telluriche invadono la città. Tutti i danzatori, sostenitori, amanti dell'arte del movimento che hanno il desiderio di contribuire al realizzarsi di questa giornata dedicata alla danza scenderanno in campo creando alle 10 del mattino frammenti di danza, momenti coreografici, brevi performances, letture di testi o semplicemente la lettura del messaggio dell'UNESCO per la giornata della danza 2008.
Nel pomeriggio e in serata, dalle 18 alle 21, la danza continua a muoversi. Performance, improvvisazioni, brevi coreografie, azioni sceniche saranno replicate in altri luoghi della città normalmente non deputati alla danza ed allo spettacolo ma collegati con l'arte, la cultura e la bellezza della nostra città. Si ritroveranno nel centro della città i danzatori coinvolti nell'iniziativa per creare un circuito di luoghi danzanti.
La giornata si concluderà alle 21 con una serata di Jam tra i danzatori e musicisti che hanno partecipato alla giornata, dove l'improvvisazione rinforza il senso della comunicazione, per finire con un brindisi tutti insieme presso la Galleria d'arte moderna MAMbo.
Le musiche saranno a cura della Compagnia d'Arte Drummatica.
Il giorno successivo si potrà assistere o partecipare alle lezioni in tutte le scuole di danza che aderiscono all'iniziativa.
L'iniziativa nasce da un'idea di Roberta Zerbini - EKODANZA, ed è organizzata dall' A.S.D. Selene Centro Studi, in collaborazione col Comune di Bologna – Assessorato alla cultura, Museo d'Arte Moderna di Bologna MAMbo e AICS Associazione Italiana Cultura e Sport provinciale.
Per il programma completo con i luoghi e gli orari http://www.ekodanza.it/
Claudia Morselli

sabato 26 aprile 2008

Il fascino dell'opera.

La Direzione Di Giansante Hotels, in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna, è promotrice e curatrice del ciclo di mostre "Il Fascino dell’Opera", un interessante percorso, per esperti e profani, nella storia e nei dietro le quinte di numerose Opere, che, per la sua quarta edizione, propone un nuovo itinerario, dedicato alle eroine nel mondo dell’Opera, inaugurato nella storica location, lo Spazio Cultura di Æmilia Hotel, con le suggestive terrazze panoramiche.
Organizzato in occasione della mise en scène fuori abbonamento della "Norma" al Teatro Comunale giovedì 8 maggio, l’evento viene reso davvero unico dalla nuova promozione di Giansante Hotels.
Alla curata esposizione di manifesti, locandine, libretti, bozzetti, figurini e costumi di scena, che ricostruisce la forza e lo spirito delle eroine dell’Opera, viene, infatti, affiancata un’offerta esclusiva, pensata per gli amanti della musica e del Teatro, cui viene offerta l’opportunità di godere appieno delle eccellenze bolognesi, sia della rinomata tradizione musicale, ma specialmente della numerosa offerta di itinerari artistici ed enogastronomici che la città propone.
Drammatiche, passionali, risolute, eppure anche fragili e indifese: queste sono le protagoniste dell’Opera.
Spesso si vedono tradite, abbandonate, orfane, si scoprono assassine o matricide, eppure nessuna disgrazia riesce a piegare il loro spirito e, soprattutto, quell’ "amare alla follia" capace di condurle al sacrificio più estremo.
Dalla Lucia di Donizetti alla Margherita di Boito, la follia non è mai divisa dal sentimento.
Di questo amore e di questa forza parlerà il "Fascino dell’Opera", che attinge per l’esposizione alle storiche produzioni del Teatro Comunale di Bologna e ricostruisce l’universo femminile nell’immaginario artistico di importanti maestri della scenografia e del costume.
Gratuita e aperta al pubblico fino al 23 maggio, "Il Fascino dell’Opera – Le Eroine della Lirica" è visitabile tutti i giorni dalle 9.00 alle 23.00.
Ad arricchire la collezione, molti materiali delle precedenti edizioni bolognesi della Norma protagonista a maggio del Teatro Comunale per la regia di Federico Tiezzi, direzione del maestro Roberto Polastri e scene di Pierpaolo Bisleri sugli schizzi originali di Mario Schifano, gli stessi da cui furono tratte le scene andate perse nell’incendio del Petruzzelli.
La mostra è stata realizzata per gentile concessione dell’Archivio Storico del Teatro e con la collaborazione degli Allestimenti Scenici.
Per tutta la durata della mostra, presso lo Spazio Cultura, sarà possibile acquistare i libretti di sala e della stagione del Teatro Comunale editi da Pendragon.
Claudia Morselli

venerdì 25 aprile 2008

Cineteca di Bologna presta film a Roma

Film restaurati dalla Cineteca di Bologna faranno la spola con Roma grazie a un accordo con la Festa del Cinema.
Sigillo di questa collaborazione, la copia restaurata di “C'era un volta il West” di Sergio Leone.
Una pellicola che, dopo il restyling realizzato dalla Film Foundation di Martin Scorsese su richiesta della Fondazione Cinema per Roma, campeggia ora a Bologna.
Proiezioni e retrospettive potrebbero svolgersi anche nel corso dell'anno, a partire dai film di Chaplin che sono il pezzo forte della Cineteca che ne ha restaurato quasi l'intera filmografia, ma senza escludere i classici.
Una collaborazione possibile perchè, ha spiegato Goffredo Bettini - a Bologna nella veste di presidente Fondazione Cinema per Roma - "l'auditorium ha le strutture, abbiamo i fondi, e così la Festa del Cinema potrà attingere al patrimonio della Cineteca aiutandola ad avere un luogo di risonanza e alleggerire i costi dei restauri".
Claudia Morselli

giovedì 24 aprile 2008

UN MONDO DI ZUPPE

Oggi pomeriggio prendete con voi una ciotola e raggiungete la festa di Via Stoppato nel quartiere Corticella: vi saranno offerti gratuitamente piú di quaranta tipi di zuppa da tutto il mondo, sorrisi, clownerie e spettacoli! Si, questo è il terzo Gran Festival Internazionale della Zuppa a Bologna. Anche se non vi siete iscritti potete portare “fino all’ultimo momento” le vostre zuppe e partecipare alla gara per aggiudicarvi un “mestolo d’oro” e il viaggio-premio alle prossime Feste della Zuppa di Barcellona e di Lille. Iniziativa nata sei anni fa nell’eterogeneo quartiere Wazemmes di Lille, il Festival della Zuppa si è presto diffuso a Berlino, Cracovia, Madrid, Barcellona, Francoforte e Bologna che quest’anno è ufficialmente entrata a far parte del Progetto Europeo S.O.U.P.E. (Symbole d’Overture et d’Union des Peuples Européens) con tanto di sottoscrizione della Carta della Zuppa” da parte degli organizzatori. I princìpi a cui si ispira la “Carta” sono: la gratuità, la partecipazione estesa a tutti, l’occupazione festosa delle strade di periferia, e, immancabilmente, la zuppa. Piatto povero comune a tutti i paesi e a tutte le culture, è il pasto simbolo della mescolanza e metafora della società nei contesti urbani contemporanei. Il progetto S.O.U.P.E. accomuna per il 2008 e il 2009 le città di Barcellona, Lille e Bologna con spostamenti di persone e di artisti. Dalla Francia e dalla Spagna sono arrivati i gruppi circensi del Cirque du Bot du Monde e il gruppo Ateneu, che si uniranno allo Zuppen Circo di Bologna e agli artisti della Partòt Parata per animare il pomeriggio di Via Stoppato. Inoltre sarà distribuito “lo Zuppario”: raccolta delle ricette del mondo presentate nella scorsa edizione. Insomma non mancherà nulla, nemmeno i bicchieri di plastica ma se portate la ciotola da casa è più ecologico e anche…simpatico!
Marta Franchi

La radio che non esclude nessuno

Famiglie rom, prostituzione, bullismo, precarietà.
Sono alcuni degli argomenti di cui si occuperà "Le città invisibili", la nuova trasmissione radiofonica realizzata dall'Istituzione per l'inclusione sociale "don Paolo Serra Zanetti" del Comune di Bologna.
A partire da giovedì 24 aprile "Le città invisibili" (sottotitolo: La radio che non esclude nessuno) andrà in onda su quattro emittenti cittadine: in programma dieci puntate, ognuna dedicata a un tema specifico.
Il titolo - tratto dall'omonimo libro di Italo Calvino - spiega già gli obiettivi della trasmissione: raccontare le aree "invisibili" della società, spiegare i retroscena delle emergenze sociali e i progetti delle istituzioni per favorire l'inclusione.
La prima puntata della trasmissione è dedicata quindi ai rom e ad un progetto del Comune di Bologna che ha permesso ad alcune famiglie di Villa Salus e Via del Piratino di trovare una casa. Gli operatori del Comune hanno reperito sul mercato privato alcuni appartamenti a canone concordato che oggi ospitano le famiglie.
Attraverso interviste ai beneficiari del progetto e agli operatori che lo hanno realizzato, la puntata ricostruisce il percorso che ha portato alcune famiglie rom dalle baracche del Lungo Reno ad una vera casa.
Oltre al programma radiofonico i temi trattati in trasmissione saranno approfonditi sul sito web www.comune.bologna.it/percorsiurbani che sarà attivato prossimamente e che faciliterà la messa in rete delle iniziative delle istituzioni nel campo dell'inclusione sociale.
"Le città invisibili" andrà in onda, a cadenza quindicinale, su Città del Capo Radio Metropolitana, Radio Nettuno, Radio International e Punto Radio.
La prima puntata è in programma giovedì 24 aprile nei seguenti orari: alle 8.15 su Città del Capo Radio Metropolitana (FM 96.250), alle 9.30 su Radio Nettuno (FM 96.650-97), alle 11.45 su Punto Radio (FM 87.700) e alle 13 su Radio International (FM 97.300-97.600).
Replica il primo maggio.
Claudia Morselli