lunedì 31 marzo 2008

Bonaventura. I casi e le fortune di un eroe gentile

In occasione della Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna la piazza coperta di Sala Borsa ospita la mostra "Bonaventura. I casi e le fortune di un eroe gentile" a cura di Hamelin Associazione Culturale.
La mostra - che sarà inaugurata oggi alle 19,30 - è promossa da Bologna Children's Book Fair e Biblioteca Sala Borsa Ragazzi, prodotta da Fondazione Cinema per Roma in collaborazione con il Civico Museo Biblioteca dell'Attore di Genova e Biblioteche di Roma.
L'esposizione è interamente dedicata a Bonaventura e ai suoi 90 anni: risale infatti al 28 ottobre 1917, subito dopo il disastro di Caporetto, l'uscita sul “Corriere dei Piccoli” della prima tavola del signor Bonaventura; da questo momento il personaggio emblema di Tofano diventa, con la palandrana rossa, il bassotto e l'immancabile milione, un'icona dell'immaginario collettivo degli italiani destinata ad un'inossidabile fortuna.
In mostra preziosissimi materiali originali provenienti dall'archivio di Gilberto Tofano, figlio di Sto, dal fondo Tofano del Civico Museo Biblioteca dell'Attore di Genova, da altri musei e collezionisti privati.
I pezzi esposti ripercorrono le avventure del personaggio di Sto e le diverse interpretazioni che lo stesso autore ne ha dato nel corso del tempo: dalle pagine del “Corriere dei Piccoli” ai disegni per le varie pubblicazioni, dal materiale per le commedie, alle illustrazioni per la stampa. Bonaventura viene presentato anche nelle manifestazioni della sua fortuna popolare, dal successo come testimonial pubblicitario ai giocattoli che ne riproducono le fattezze.
La mostra si sviluppa poi seguendo un filo rosso che parte dal segno di Sto e dall'icona Bonaventura e arriva fino al fumetto dei giorni nostri.
Infatti una sezione della mostra si concentra sul lavoro degli autori del gruppo Valvoline (Lorenzo Mattotti, Igort, Daniele Brolli, Giorgio Carpinteri) che nella prima metà degli anni Ottanta rivoluzionarono l'estetica e il modo stesso di concepire il fumetto, per cui Sto è stato un maestro di stile dichiarato.
A confronto le opere di questi fumettisti e quelle del loro modello, non solo attraverso le citazioni di Bonaventura e le analogie di stile, ma mostrando in parallelo la produzione per la moda, le riviste e la stampa (Vanity Fair, Lidel …), la pubblicità che hanno visti impegnati tanto Tofano quanto i Valvoline.
Un'altra sezione vede invece cinque giovani e promettenti fumettisti (Manuele Fior, Roberto La Forgia, Giacomo Nanni, Nicoz, Tuono Pettinato) alle prese con la difficile sfida di dar vita oggi a nuove avventure dell'eroe gentile di Tofano.
Assieme a loro tre grandi scrittori, Stefano Bartezzaghi, Jerry Kramsky e Edoardo Sanguineti si confrontano con la lingua di Tofano, offrendo il proprio omaggio al signor Bonaventura.
Il progetto grafico ed espositivo della mostra è a cura di Orecchio Acerbo.
La mostra è completata dalla pubblicazione "Bonaventura. I casi e le fortune di un eroe gentile" edita da Orecchio Acerbo, a cura di Hamelin, che vede la collaborazione di studiosi quali Antonio Faeti, Paola Palottino, Goffredo Fofi, Andrea Maiello, Fabio Gadducci e Daniele Barbieri, che nei loro preziosi contributi approfondiscono l'analisi della figura e dell'opera di Sto, e le origini e la storia del suo eroe gentile.
Claudia Morselli

domenica 30 marzo 2008

Les Fauves

È raro che una band riesca ad attirare tanta attenzione su di sè con un solo EP all'attivo.
Frutto dei tempi che cambiano, dei My Space e dei You Tube, ma anche - alla vecchia maniera - dei tantissimi live che i Les Fauves, dalla provincia Modenese, da Sassuolo, hanno felicemente affrontato in Italia e non solo.
Nati nel Luglio 2003 ad opera di Case Zebra (Davide Caselli) e Pap Sfroocer (Roberto Papavero), a cui si aggiunge presto al basso Sissy (Silvia Dallari), i Les Fauves - che saranno questa sera, domenica 30 marzo, al Locomotivclub di Via Serlio 25 - portano nel 2005 il loro garage rock malato di Cramps, Television, Violent Femmes e Devo fino al Festival Internazionale di Benicassim, all’Heineken Jammin’ Festival di Imola, e sui palchi italiani di spalla a gruppi come Dirty Pretty Things (gli ex Libertines) o Art Brut.
Tutti ottimi motivi perchè si sparga la voce fra stampa e pubblico.
Con l'ingresso a Gennaio 2006 del tastierista Puxx ”The Lover” (Paolo Pugliese) viene inciso "Our Dildo Can Change Your Life", 6 tracce fra R'n'R, Pop, Electro-Dance e New Wave celebrate perfino dall’inglese New Musical Express (NME).
Le aspettative per il primo album, intitolato "NALT-1 A Fast Introduction", sono altissime.
Registrato e prodotto a fine 2006 all’Alpha Dept di Bologna da Giacomo Fiorenza e in arrivo nei negozi sempre per Urtovox a Settembre 2007, il lavoro promette di avere una visibilità internazionale, grazie anche ai contatti europei che a Maggio hanno portato il quartetto a esibirsi in Belgio, Germania, Francia e Inghilterra.
A dimostrazione della capacità dei Les Fauves di varcare i confini - non solo quelli geografici ma anche quelli fra gli ormai datati "generi" musicali - la recente collaborazione con il duo techno dub londinese Swayzak; "Silent Luv", brano che farà parte della tracklist del loro nuovo album in uscita ad Agosto 2007 per K7, si fregia infatti della firma e dell'interpretazione di Roberto Papavero di Les Fauves.
Un brano tratto da N.A.L.T. 1 è stato inserito nell colonna sonora del film di Sergio Zanasi “Non Pensarci” con Valerio Mastandrea,uno dei film maggiormente applauditi all’ultima Mostra del Cinema di Venezia.
Il brano (February Lullabye) verrà inserito nella Soudtrack di prossima pubblicazione per la Warner.
Claudia Morselli

sabato 29 marzo 2008

Mutatis mutandis

Tra le opere più riuscite e interessanti di questa stagione, è un affresco sul mondo del precariato giovanile nel nostro paese e sull'incertezza rispetto al futuro, sull'isolamento che da esso derivano, "perché, anche sul lavoro, la malattia più terribile è la solitudine: se non è esperienza di relazione resta solo inciviltà. Aumenta il prodotto interno lordo, ma non la qualità della nostra vita" (Paolo Virzì).
"Call center e non solo. Questo film è stata l'occasione per raccontare lo spirito del tempo, la divaricazione tra cultura umanistica e i linguaggi contemporanei, la sottocultura televisiva divenuta l'estetica e l'etica di questi nuovi luoghi di lavoro". Così Paolo Virzì in calce al suo "Tutta la vita davanti", da ieri nelle sale.
Una commedia amara sulle difficoltà d'inserimento di una giovane neolaureata e un affresco corale sul precariato "psicologico" trasversale ai distinguo di classe e generazione.
Virzì ha preso spunto da "Il mondo deve sapere", libro di una scrittrice sarda, Michela Murgia, studente in teologia che per vivere è appunto finita a fare telemarketing. "L'idea è raccontare un’odissea burlesca e avventurosa nel mondo di una certa precarietà giovanile" ha spiegato il regista.
I contadini e gli operai in rivolta di ieri sono i lavoratori vestiti alla moda col telefonino di oggi, dai neolaureati costretti a fare gli operatori telefonici o i venditori porta a porta, ai quadri/dirigenti che, al di là dei rispettivi poteri apparenti, con loro condividono la medesima condizione di vessati e di precari.
E se Marta può ancora sognare un mondo migliore per sé e per la bambina cui fa da baby-sitter, un mondo che balla spensierato ascoltando i Beach Boys e si affeziona a una voce telefonica, tutto attorno resta un ritratto allarmante dell'Italia di oggi, che Virzì svela sapientemente sotto una patina di sinistra comicità.
Un'Italia dolce e amara quella di Tutta la vita davanti, che commuove e angoscia lasciandoci con un groppo in gola, come quell' ovosodo che non andava né su né giù.
Claudia Morselli

venerdì 28 marzo 2008

The Beggar's Opera

Dalla Londra dei bassifondi d'inizio Settecento, descritta da John Gay, alla Bologna di oggi.
E' "The Beggar's Opera" (L'opera del mendicante) diretta da Lucio Dalla, nella nuova traduzione e versione drammaturgica di Giuseppe Di Leva, che debutterà a Bologna il 29 marzo. Quello che è stato uno dei primi esempi di musical della storia del teatro (da cui Bertolt Brecht e Kurt Weill trassero ispirazione per la loro "Opera da tre soldi") riprende vita sul palcoscenico del Teatro Duse con la sua folla di ladri e prostitute, ricettatori e imbroglioni, che parlano vari dialetti.
I nomi dei protagonisti, nell'originale riconoscibili per il pubblico dell'epoca, sono stati tradotti fedelmente in italiano.
Per esempio quello di Mr. e Mrs. Peachum, che suona "denunciali", diventa "Speja", cioè spia in dialetto bolognese.
''L'Opera del mendicante è una delle avventure più divertenti e stimolanti in cui mi sia tuffato. - ha detto Dalla - Nonostante sia stata scritta trecento anni fa, parla un linguaggio assolutamente contemporaneo''.
Lo spettacolo, allestito dal Teatro Comunale di Bologna in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti del capoluogo emiliano ed Eti, e in coproduzione con il Comunale di Modena e con I Teatri di Reggio Emilia, sarà rappresentato al Duse per portare l'opera - ha spiegato Dalla - a un pubblico più vasto.
Nei panni del losco ricettatore che insieme alla moglie (Angela Baraldi) fa arrestare il capo dei banditi che ha promesso alla figlia di sposarla, c'è Peppe Servillo, il cantante degli Avion Travel.
Il mendicante è Marco Alemanno mentre il bandito seduttore (capitan Uccello) è interpretato dal cantante lirico Borja Quiza Martinez.
Claudia Morselli

giovedì 27 marzo 2008

Gli studenti contro il bullismo

Gli studenti bolognesi scendono in campo contro il bullismo e provano a prevenire ed arginare un fenomeno che, sempre più, sta prendendo piede nelle scuole.
Con questo intento, a metà marzo è partito il progetto "Consulta contro il bullismo", laboratorio didattico aperto a tutti gli studenti degli Istituti superiori dell'area bolognese, finanziato con 9.670 euro all'interno del progetto ministeriale "Smonta il bullo".
L'idea nasce dalla commissione Problematiche scolastiche della Consulta provinciale studentesca con l'aiuto della collaborazione degli esperti del "Progetto Scuola" del Cassero di Bologna (circolo Arcigay).
Il progetto mira a far confrontare gli adolescenti sul tema del bullismo, attraverso attività di educazione non formale, brainstorming, lavoro in piccolo gruppi, simulazioni, attività ludiche e rapporti di vita.
Gli studenti, inoltre, utilizzeranno testi e materiali audiovisivi, e riceveranno strumenti didattici da utilizzare in aula e a casa.
Le lezioni anti-bullo si articolano in tre incontri di due ore ciascuno a cadenza settimanale, che si realizzano come attività curriculare nell'arco dell'anno, cioè durante le ore di scuola.
Gli studenti indagheranno dunque i vari aspetti del bullismo, per scoprire che cos'è, in che forme si manifesta e con quali pretesti.
Inoltre: quali figure coinvolge, quali effetti sortisce, come si può prevenire e contrastare.
Si parlerà anche più in generale di pregiudizi, stereotipi e discriminazione.
Tutte le seconde classi degli Istituti bolognesi, 46 tra pubbliche e private, avranno dunque la possibilità di partecipare al progetto.
"Per ora hanno dato l'adesione una decina di classi, del Pier Crescenzi-Pacinotti, Keynes, Sabin, e altre", spiega Marco Carrelli, presidente della Consulta provinciale studentesca di Bologna, ma la disposizione finanziaria permetterà di far partire oltre 60 corsi, che si potranno svolgere anche nel prossimo anno scolastico.
"Le scuole che hanno già sottoscritto i corsi dimostrano una grande attenzione e responsabilità degli insegnanti verso il problema del bullismo; il corso è una misura preventiva e consente anche di approfondire un argomento di attualità", spiega Matteo Martelli, responsabile del Progetto Scuola Cassero.
Claudia Morselli

mercoledì 26 marzo 2008

Al cinema con 1 euro

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali organizza anche quest'anno la Settimana della Cultura con lo slogan "La Settimana della Cultura: una festa per tutti".
Dal 25 al 31 marzo musei, monumenti e siti archeologici statali saranno accessibili gratuitamente e sarà possibile fruire di una grande varietà di iniziative: eventi, mostre, convegni, laboratori, visite guidate, concerti, spettacoli, proiezioni cinematografiche, aperture straordinarie.
Anche il cinema è cultura. Per questo, sale cinematografiche in tutt'Italia hanno aderito, con un’offerta speciale, alla Settimana della Cultura, invitando per giovedì 27 marzo a una "Festa di primavera", che consentirà di vedere i film in proiezione al biglietto simbolico di 1 euro.
A Bologna la proposta è stata accolta dalla multisala Medusa Multicinema e dai cinema Arlecchino, Europa Cinema, Fossolo, Odeon, Rialto Studio, Roma d’Essai, Smeraldo e Olimpia.
La scelta tra i titoli in cartellone va dalla tenera fiaba de "La volpe e la bambina" alle atmosfere gialle di "Colpo d'occhio", dalla comicità di "Grande, grosso e Verdone" e di "Questa notte è ancora nostra" ai drammi di "Onora il padre e la madre", dalle avventure preistoriche di "10.000 a. C." e al romanticismo di "27 volte in bianco", alle imprese dei giovanissimi protagonisti di "Spiderwick, fino all’anteprima dell’atteso film di Virzì “Tutta la vita davanti”.
Un'iniziativa voluta dalla direzione generale per il cinema del ministero per i beni culturali per ribadire come anche la "settima arte" appartenga a pieno titolo al mondo della cultura.
L'invito ha trovato la collaborazione di Agis (associazione generale italiana dello spettacolo), Anec (associazione nazionale esercenti cinema), Anica (associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali) e Anem (associazione nazionale esercenti multiplex).
In diverse città italiane, il 27 marzo sarà anche il giorno dell'evento "Più cultura in TV": nelle ore serali, portando da casa il telecomando della tv si potrà accedere a iniziative gratuite o con un forte sconto. Per info: http://www.beniculturali.it/
Claudia Morselli

martedì 25 marzo 2008

La rivincita del cioccolato

I benefici ormai comprovati del cioccolato sono molti, anche se vale la regola d’oro che non se ne deve abusare.

Un alimento amato da adulti e bambini che come ogni anno nel periodo pasquale torna prepotentemente alla ribalta e in modo positivo.
Gli esperti sono ormai concordi nell’affermare che “un cioccolatino al giorno … toglie il medico di torno”, soprattutto se si tratta di cioccolato fondente, in grado di mantenere bassa la pressione del sangue.
Ma i benefici ormai comprovati del cioccolato sono molti di più anche se vale la regola d’oro che non se ne deve abusare.
Vediamo allora vizi e virtù di questo gustoso alimento.
In generale, essendo un alimento adatto ad adulti e bambini, si può dire senza dubbio che il cioccolato fa bene.
Ricco di antiossidanti, benefico per l'umore, piacevole per il palato.
Il cacao da cui deriva il cioccolato, come tutti i frutti, è un’ottima fonte di antiossidanti, importanti per la loro capacità di limitare la formazione di radicali liberi.
Al di là dei gusti personali comunque,un cioccolato non è uguale all’altro, e si distingue soprattutto dagli ingredienti aggiunti dopo la lavorazione del seme del cacao.
Non dimentichiamo, invece, che è un alimento molto calorico che deve essere inserito nella dieta di ciascuno in base al fabbisogno energetico e nutrizionale soggettivo.
Occorre tenere presente inoltre che rispetto al cioccolato fondente, quando vengono aggiunti ingredienti come latte, frutta secca o alcol, le calorie aumentano anche in modo considerevole. Non se ne deve abusare perché, come sappiamo, un suo consumo eccessivo fa impennare l'ago della bilancia essendo ricco di calorie, in media 500 kcal ogni 100 grammi.
Godiamoci quindi il cioccolato senza abusarne perché è tanto gustoso e fa bene al cuore e contiene sostanze antiossidanti.
Ricordiamo, però che, in assoluto, non esiste una sostanza "buona" ed una "cattiva".
Quindi il cioccolato, come tanti altri dolciumi, deve essere inserito nell'alimentazione di ciascuno a seconda delle diverse necessità.
Claudia Morselli

lunedì 24 marzo 2008

Pasquetta con i bambini all'Arcoveggio

A Pasquetta è sempre festa all’Ippodromo Arcoveggio di Bologna: lunedì 24 marzo dalle ore 14.30 c’è Pasqualand. Tanti i giochi, le animazioni ed il divertimento già a partire dalle ore 12.30 con il “Pranzo dei Bambini” al Ristorante HippoGrifus in compagnia dei personaggi fantastici.
Un pomeriggio speciale quello dell’ippodromo, ma anche molto dolce: per tutti i bambini infatti uova di cioccolato in regalo!
Novità di quest’anno anche un’estrazione gratuita per ogni bambino, che si potrà divertire a tirare a sorte il proprio premio da un simpaticissimo uovo gigante aiutati da Cavallo Martino!!
E poi si continua in compagnia degli animatori di HippoBimbo che attraverso il laboratorio creativo “Disegna un buon pensiero” chiederanno a tutti i bambini di comunicare attraverso il linguaggio non verbale un messaggio di salvaguardia e di rispetto per l’ambiente e per gli animali.
Le Uova Creative realizzate con multimateriali verranno esposte, fin da subito, durante il pomeriggio di Pasquetta, mentre il 13 aprile 2008, presso la Biblioteca Casa di Kahoula del Quartiere Navile in occasione dell'inaugurazione ufficiale, i migliori “pensieri” saranno premiati dal Sig. Libro con omaggi creativi e utili allo sviluppo del bambino.
Tra un tour a bordo dell’HippoTram (con una piccola offerta a favore dell’Associazione di volontariato Onlus Fa.Ce.), il trenino dell’Ippodromo per il visitare le scuderie dei cavalli da corsa, qualche salto sui coloratissimi maxigonfiabili ed un giro sui pony per il “battesimo della sella”, si ride con lo spettacolo dei giocolieri “Giocolieri Giocologgi” nel parco giochi.
“Pasqualand” è uno degli appuntamenti del ciclo HippoBimbo che non si occupa di sola animazione ma ha l’ambizione di diffondere modelli di divertimento e di aggregazione sociale non banali, in cui giocando si può imparare sempre qualcosa di nuovo.
Non solo un pomeriggio di divertimento, quindi, ma una possibile soluzione dedicata al tempo libero delle famiglie che trovi spazio per attività ludiche fra bambini e genitori rivolte a diffondere pratiche creative, nonché una conoscenza più approfondita e una sensibilità verso l’ambiente, il cavallo e tutti gli amici animali.
Claudia Morselli

domenica 23 marzo 2008

È Pasqua, che sorpresa!

Andrà in onda domenica 23 marzo alle ore 8.20 su RAI TRE, dallo studio tv dell'Antoniano di Bologna, il tradizionale appuntamento di Pasqua con i bambini del Piccolo Coro “Mariele Ventre” dell'Antoniano, diretto da Sabrina Simoni.
Tutto lo staff della trasmissione “È domenica papà”, il conduttore Armando Traverso, e i suoi amici, i pupazzi animati Richy Mouse, Adelmo lo Schermo, Rosina Carotina, Gigetto Rock, Orazio Tigrotto dello Spazio, Rita la Matita, Lallo Cavallo, Violetta la Forchetta, Margherita e Gigliola Lumacher, saranno “teletrasportati” all'Antoniano per trascorrere una mattina di Pasqua piena di sorprese.
Il Piccolo Coro ci farà riascoltare due canzoni dall’ultimo Zecchino d’Oro: “Ma che mondo l’acquario” e “Una forchetta di nome Giulietta”, inoltre proporrà “La lepre e la tartaruga”, un’inedita versione de “Il valzer del moscerino” insieme alla Play Toy Orchestra e “Samarcanda” insieme a Roberto Vecchioni, che presenterà il nuovo brano “Comici spaventati guerrieri”.
Tra una canzone e l'altra si intervalleranno le esibizioni sportive della Virtus Scherma Bologna e della S.G. Fortitudo A.S.D. di Bologna con i suoi atleti di ping pong.
Ospiti anche tanti bambini che parteciperanno in studio ai laboratori di giochi meccanici con l’argilla del Museo del Patrimonio Industriale di Bologna, guidati da Miriam Masini e al laboratorio di cioccolata con i maestri pasticceri Francesco Favorito, Fabiola Cornice, Stefano Tavanti e Claudio Grilli.
Non mancherà il momento della solidarietà: fr.Alessandro Caspoli, direttore dell'Antoniano, parlerà dell’avanzamento del progetto “Namasté India”, e ricorderà che anche quest’anno nella dichiarazione dei redditi si potrà destinare il 5 per mille dell'Irpef ad Antoniano Onlus, indicando il codice fiscale 01098680372, sottolineando che il 5 per mille non sostituisce l'8 per mille e non costituisce nessun costo aggiuntivo per il contribuente.
Un appuntamento da non perdere per chi vuole trascorrere la mattina di Pasqua tra fantasia, musica, allegria e riflessione.
Claudia Morselli

sabato 22 marzo 2008

Tutto l’amore che (non) c’è

Un thriller psicologico sull’ambizione.
O meglio, sulla pericolosità dell’ambizione, quando è smodata.
Quando getta un artista giovane e talentuoso – che proprio perché è giovane ed entusiasta crede di avere diritto a tutto e subito – nelle braccia di “cattivi maestri”.
Il cattivo maestro in questo caso è Sergio Rubini, nelle vesti del professore Pietro Lulli, affermato e spietato critico d’arte, nel suo ultimo film da regista Colpo d’occhio, in questo giorni nelle sale.
L’artista – si è scelto uno scultore, spiega Rubini, perché la tridimensionalità di quest’arte ha una resa migliore nel grande schermo, rispetto alla pittura invece, piatta – è un Riccardo Scamarcio bello e tenebroso, che si dichiara soddisfatto di avere finalmente interpretato un ruolo complesso, ambiguo.
Tra i due, anzi a far incontrare i due, una bellissima Vittoria Puccini, che da allieva-compagna del critico d’arte diventerà già dalle prime scene amante-musa-donna del giovane Adrian.
Tre personaggi che potrebbero essere tre aspetti di una stessa persona, perché incarnano pulsioni diverse dell’animo umano.
In questo triangolo amoroso l’arte non è la primadonna, ma solo lo scenario per raccontare come l’uomo reagisce al successo, non quello volgare, ma il successo come affermazione del proprio essere, cui tutti gli uomini, secondo Rubini, ambiscono, per dare un senso e una ragione alla propria esistenza.
Un ruolo da cattivo – spiega – lui che nella vita cattivo non è, che gli permette di esplorare territori sconosciuti del suo stesso io.
La dualità è il grande leit motiv del film.
Dualità del personaggio di Gloria, “un’eroina tragica” che racchiude insieme debolezza e forza, razionalità e intuito e che, percepito il pericolo, cerca di fare di tutto perché l’artista non venda l’anima al diavolo.
Dualità della coppia critico-artista, che ben rappresenta il rapporto dell’uomo con la propria ombra: la ragione del professore che può essere spietata perché progettuale, contrapposta all’istinto dell’artista, alla sua capacità di commuoversi e di sorprendersi davanti alla vita.
Una sensibilità che potrebbe essere la sua ancora di salvezza. E l’amore in tutto questo? “L’amore è perso”, per dirlo con le parole di Riccardo Scamarcio, “esce sconfitto dal film, perché tutti perdono.”
Katia Grancara

venerdì 21 marzo 2008

Made in Bologna

Visita al museo del patrimonio industriale di via della Beverara. In esposizione secoli di storia dei bolognesi. Le invenzioni, le macchine, gli orizzonti.

È il più bolognese dei musei. Perchè mostra la praticità, il pragmatismo, l'inventiva, gli orizzonti tipici della bolognesità.
È il Museo del Patrimonio Industriale di Via della Beverara, ospitato nell'ex fornace Gallotti lungo il canale Navile, fuori Porta Lame.
Dove si producevano laterizi, ora si ospitano macchinari, manufatti, documenti, fotografie, ma soprattutto studenti in visita.
Il patrimonio che costituisce il museo non è quello creato da grandi artisti, singoli individui dotati di particolare genio, ma quello prodotto da tecnici, operai e ingegneri bolognesi, gente comune che ha utilizzato le proprie capacità per lo sviluppo economico della città.
Un patrimonio collettivo che espone capacità e inventiva del territorio.
Dalla splendida ricostruzione del mulino da seta del Cinquecento, alle moto Ducati.
Sostenuta dall'Associazione amici del Museo, la collezione illustra sette secoli di storia economica bolognese.
Da quando, città d'acqua, basava le sue fortune sulla produzione della seta, passando per l’epoca d’oro delle grandi case motoristiche, per finire al distretto delle macchine automatiche più importante d'Europa.
Senza tralasciare, ovviamente, mortadella, tortellini e cioccolatini.
Un museo moderno, utile, flessibile che presenta un fitto programma di attività mirate a visitatori e scolaresche. Un piccolo "Deutsche museum" con ampie prospettive di crescita, che dovrebbe solo ospitare qualche spazio in più per i bambini.
Chi vuole davvero capire Bologna, faccia un giro al museo del Patrimonio Industriale.
Claudia Morselli

giovedì 20 marzo 2008

Bologna che sorpresa!

Pasqua all'insegna della danza quest'anno a Bologna.

Per quattro giorni, infatti, Danzacittà si riaccende per ospitare un gigantesco uovo pasquale alto circa sei metri che sarà il simbolo dell'iniziativa "Bologna che sorpresa!", organizzata da Bologna Incoming.
L’uovo, realizzato dallo scenografo di fama internazionale Gino Pellegrini, sarà il “totem” pasquale che conterrà la soluzione di un divertente concorso a premi ideato e condotto dallo showman Gianni Ippoliti per coinvolgere i cittadini e i turisti che sceglieranno di passare da Bologna per le loro vacanze pasquali.
Da domani infatti, tutti coloro che passeranno da Piazza XX Settembre, potranno partecipare compilando una scheda di votazione, disponibile in uno spazio coperto attiguo all’uovo, per scoprire cosa c’è dentro "l’Uovo di Pasqua più grande della città" e poter vincere così un volo per due persone Bologna-Mosca offerto da Eurofly.
La Domenica di Pasqua, alle 16.00, Gianni Ippoliti chiuderà le urne decretando così la fine del quiz; subito dopo, sulla pista installata in piazza, avrà luogo un travolgente spettacolo di danza sportiva con i Campioni della Federazione Italiana Danza Sportiva, che al culmine dell'ultima coreografia romperanno l'uovo per estrarre e svelare a tutti la soluzione.
La premiazione avverrà la mattina di Pasquetta, quando la soluzione verrà estratta dai frammenti dell'uovo e una festa danzante per tutti concluderà l'evento.
Nello spazio in cui si terranno il concorso, le animazioni di Ippoliti e gli spettacoli di danza con la partecipazione dei ballerini della Federazione Italiana Danza Sportiva, sarà ospitata anche una mostra-mercato, dove acquistare i prodotti tipici del territorio, dalla gastronomia all'artigianato, con un occhio di riguardo alle produzioni pasquali, ci saranno le lezioni di sfoglia della Vecchia Scuola Bolognese, un mercatino di prodotti artigianali, attività di beneficenza e tante altre sorprese.
Claudia Morselli

mercoledì 19 marzo 2008

Al via il Festival in Musica delle Nazioni d'Europa

Il Festival in Musica delle Nazioni d’Europa torna in Santa Lucia e spegne la terza candelina.

Visto il grande successo di pubblico delle due passate edizioni, l’associazione culturale no profit "Villa Lobos" di Pieve di Cento in collaborazione con Emil Banca e con il sostegno dell’Università di Bologna e del Quartiere Navile, riproporrà anche quest’anno, dal 20 marzo al 2 maggio, tre appuntamenti con la musica classica dei compositori del Vecchio Continente eseguita da artisti provenienti da ogni angolo d’Europa.
Il terzo Festival in Musica delle Nazioni d’Europa, nato nel 2006 per sottolineare attraverso la musica l’importante processo di unificazione che sta attraversando il nostro Continente, prevede, tra marzo e maggio, due appuntamenti nell’Aula Absidale di Santa Lucia (via De Chiari 23) e una serata finale a Villa Dolfi-Ratti (San Lazzaro).
Tre appuntamenti in cui, con le note, si cercherà di superare differenze linguistiche, religiose e di costumi, presentando una rassegna "europea" che però mantiene le peculiarità di ciascuna nazione e il carattere che la contraddistingue.
Tre anche le nazioni che verranno rappresentate quest’anno: Italia, Francia e Austria.
Ad aprire il festival spetterà all’Italia che, giovedì 20 marzo nell’Aula Absidale di Santa Lucia, sarà rappresentata dalla pianista bolognese Sabrina Alberti e dal violoncellista Luca Paccagnella. Il duo presenterà un programma che prevede brani di compositori italiani del primo Novecento come Martucci, Calstelnuovo-Tedesco, Busoni, Amendola e Malipiero.
Il secondo appuntamento è in calendario per giovedì 3 aprile quando, sempre nell’Aula Absidale di Santa Lucia ad esibirsi saranno, per l’Austria, i pianisti Michael Kuhn e Christoph Ewers che presenteranno un repertorio tratto da Czerny, Schubert, Dvorák e Liszt.
L’ultimo appuntamento del 2008 del Festival sarà dedicato alla Francia. Venerdì 2 maggio a Villa Dolfi-Ratta (via Emilia 261, San Lazzaro di Savena) si esibirà il pianista Bertrand Giraud che per la serata ha preparato un repertorio con Ravel e Francaix.
Con questa edizione salgono a otto le nazioni toccate dal Festival: in tre anni in Santa Lucia si sono esibiti artisti bulgari, tedeschi, spagnoli, polacchi, greci, francesi (due volte) e italiani, che fungono da filo conduttore delle tre edizioni.
Tutte le serate, ad ingresso gratuito, inizieranno alle 21 e saranno introdotte da una relazione sui musicisti e sui compositori che verranno presentati.
Claudia Morselli

martedì 18 marzo 2008

Crossing Tv, italiani e stranieri on line

A Bologna debutta la web tv interculturale per le nuove generazioni.

C’è una redazione di 14 ragazzi tra i 16 e i 20 anni, stranieri di seconda generazione e italiani, dietro a Crossing Tv, la prima televisione web interculturale nata a Bologna per dare visibilità ai giovanissimi "contro ogni pregiudizio e discriminazione".
Un progetto finanziato dal ministero della Solidarietà sociale e promosso dall´associazione Crossing insieme al Centro interculturale Zonarelli, dove ha sede la redazione, con il sostegno del Comune di Bologna.
Giornalisti in erba e film maker autori dei video sono studenti originari di Albania, Congo, Cina, Marocco, Moldavia, ma nati nel nostro Paese o arrivati in Italia da piccoli.
Lavorano tutti insieme e il risultato si vede: sul portale troviamo Crosslife, reality show dove due ragazzi raccontano alla telecamera le loro passioni (abile skater lei, aspirante attore lui); spazi fissi a episodi - oltre al blog - dedicati a inchieste su Bologna con attenzione particolare ai luoghi di ritrovo della città ("Generazioni in azione"); rubriche sulla vita di coppia degli adolescenti; brevi filmati di moda e sport; recensioni e proposte per il tempo libero.
Direzione artistica e regia di Crossing Tv sono a cura di Silvia Storelli, filmaker bolognese ed esperta di intercultura, che coordina il lavoro della redazione per aggiornare - rigorosamente ogni settimana - i contenuti video.
Claudia Morselli

lunedì 17 marzo 2008

Le Collezioni Permanenti e l’arte italiana contemporanea nelle Sale del Mambo

Partendo dalla grande eredità della Galleria d’Arte Moderna di Bologna e delle sue acquisizioni (con opere che vanno dall’Ottocento a oggi) MAMbo si pone l'obiettivo di integrare ricerca e sperimentazione con l'importanza e la qualità di una preziosa collezione.
Si tratta di spazi progettuali, laboratori di rivisitazione critica dell’esperienza di decenni di attività della GAM e, allo stesso tempo, ricerca sul presente della scena artistica italiana con particolare attenzione alle opere di artisti legati al territorio dell’Emilia Romagna e alla città di Bologna.
Nel 1975 Bologna inaugurava la Galleria d’Arte Moderna, struttura rigorosa e bellissima, progettata dall’architetto Leone Pancaldi.
Affermatosi come luogo di manifestazioni artistiche internazionali, la GAM in decenni di attività ha compiuto varie acquisizioni che si sono aggiunte al nucleo originario delle opere provenienti da “Villa delle Rose”, dal 1925 prima sede cittadina di una collezione permanente di arte contemporanea.
Dal 15 marzo 2008 Mambo riporta all’interno della propria nuova sede del centro storico, parte di questo patrimonio di acquisizioni rendendolo visibile a rotazione e secondo ipotesi di lavoro di volta in volta diverse.
SpazioGAM.intro è la prima tappa del percorso; un passaggio attraverso la memoria storica del contemporaneo.
Attualmente vi è presente una selezione di opere che vanno dagli anni '50 ai primi anni '90 tra cui il filmato della nota performance “Imponderabilia” di Marina Abramovic e Ulay, tenuta alla GAM nel 1977 e le opere di Antoni Tàpies, Alberto Burri, Enrico Castellani …
Si passa a SpazioGAM.topics, dedicato alle mostre temporanee, margine tra l’esperienza della GAM e gli sviluppi futuri di MAMbo.
Si accede infine a SpazioGAM.open library dove i visitatori potranno e consultare liberamente ma anche depositare testi e riviste sulla GAM.
MAMbo ha compiuto inoltre una scelta assolutamente originale creando Focus on Contemporary Italian Art, sorta di osservatorio permanente sull’arte italiana che sia in grado di valorizzare a livello internazionale gli artisti emergenti ed essere punto di riferimento critico per quanti si occupano di arte.
Nel tempo si vuole che questi continuino ad essere “spazi non conclusi”, aperti a nuove ideazioni, definiti da opere capaci di azionare altri contenuti artistici come ad esempio l’opera-palcoscenico “Impressions” di Massimo Bartolini o il “Teatro Cinese” (piccola sala di proiezione racchiusa in una tenda colorata) di Patrick Tuttofuoco.
Spazi-laboratorio insomma, attraversabili da molteplici realtà artistiche, che siano performative sceniche o musicali.
Marta Franchi

domenica 16 marzo 2008

Scrittori inesistenti nell’osteria virtuale

Una decina di autori e un portale: "Ospitiamo nuovi letterati e opere d´ogni genere".

Nell’era di anonimi pub e asettici bar, un gruppo di scrittori non professionisti ha rievocato e ricostruito quelle atmosfere.
La loro nuova osteria si chiama Eufemia 1.0, ma è tutta virtuale ed esiste solo sul web, al sito http://www.loscrittoreinesistente.it/.
È qui che un oste di nome Eugene Turnett, in cambio di un bicchiere di vino, si fa raccontare storie dagli avventori del locale.
Dietro a quel nome si nascondono loro, scrittori inesistenti appunto, ideatori di questo originale espediente per invitare chi è appassionato di letteratura, che scriva per diletto o per necessità, che abbia un racconto chiuso nel cassetto, a mostrarsi, mettersi in vetrina, proporre al pubblico i suoi lavori.
Il portale vorrebbe diventare il punto di ritrovo bolognese per chi condivide questa passione.
Intanto, l’osteria virtuale è stata avviata da una decina di persone, bolognesi di nascita o di adozione, fra i venti e i sessant’anni, accomunati dalla “febbre per la prosa”.
“Ci siamo conosciuti circa un anno fa, ad un corso di scrittura creativa dell´Associazione Italo Calvino, poi siamo diventati amici, trovandoci dopo le lezioni a bere qualcosa”, spiegano Francesca Mazzaglia, Elena Zanoni, Denis Rizzoli, Gianluca Bagnara, che parlano a nome di tutto il gruppo, forte pure di Gabriele De Maria, Eugenio Girometti, Ezio Colanzi, Alberto Roversi.
“Durante il corso abbiamo lavorato molto sulle opere di Calvino, che ovviamente hanno ispirato questo progetto.
Eufemia è una delle città invisibili e il “Cavaliere inesistente” ci ha suggerito una riflessione sul fatto che non esistono verità assolute.
Noi stessi ci definiamo scrittori inesistenti, un po’ perché non siamo professionisti e un po’ perché vogliamo andare oltre a quel ruolo un po’ narcisistico dello scrittore”.
Per questo, seguendo ancora le suggestioni raccolte da Calvino ne “La taverna dei destini incrociati”, i componenti del gruppo preferiscono nascondersi dietro alle figure degli Arcani dei Tarocchi, gioco tipico, tra l’altro, delle osterie bolognesi.
“Non vogliamo essere noi in primo piano, ma il progetto che intende valorizzare aspetti poco noti della letteratura.
Ad esempio, chi è interessato può mandare un proprio scritto, ma anche la recensione di qualcosa che ha letto e che magari è tenuta in disparte dal mercato o dalla critica ufficiale.
Vorremmo che il sito diventasse una bacheca dove trovare tutti gli appuntamenti sul tema, proposti anche da associazioni diverse.
Tutto quello che accade in città sul tema scrittura. Bologna ha molte potenzialità inespresse, cui manca una rete. Noi crediamo invece che il confronto per gli scrittori sia fondamentale”.
Il prossimo passo virtuale sarà quello di mettere on-line corsi, incontri, seminari, concretizzando relazioni e dialoghi.
Intanto gli scrittori inesistenti lanciano il loro primo book party “reale”, domani, lunedi 17 marzo alle 21 al Circolo Macondo (via del Pratello 22/c - ingresso libero).
Una “serata di storie e vino” con parole, racconti e musica.
Claudia Morselli

sabato 15 marzo 2008

… Il pane a chi non ce l’ha

Ha solo 24 anni, ma ha già le idee chiare Gabriele Serpe, genovese di nascita e bolognese d’adozione.
Vuole guadagnarsi il pane con la musica, l’arte e la poesia.
Una sfida non facile, che il giovane cantautore-poeta (a 15 anni ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie L’ego nel pagliaio) affronta con la consapevolezza di chi crede che i sogni si possono realizzare se ci credi veramente e con grande generosità, visto che ha deciso di legare il suo esordio da solista alla solidarietà.
I proventi del suo singolo I sogni ti danno il pane (inciso con l’etichetta bolognese Viva Music) andranno infatti a favore di cinque mense per i poveri (Genova, Bologna, Milano, Roma e Napoli) da lui personalmente scelte.
Una solidarietà che sta al passo coi tempi e che per raggiungere il suo nobile scopo si affida alla Rete, grazie al sito http://www.ilpanedigabriele.it/, dove sarà possibile scaricare la canzone facendo una donazione di almeno 1 euro.
Katia Grancara

venerdì 14 marzo 2008

Viaggio nell’immaginario fantastico di Antonio Basoli


Ci sono due categorie di viaggiatori. Quelli che viaggiano con i piedi e quelli che viaggiano con la mente. Antonio Basoli da Castelguelfo (1774-1848) apparteneva a questa seconda schiera. Ornatista, scenografo, pittore di paesaggio, docente, Basoli era un “viaggiatore che restava a casa”. Nutriva la sua fantasia con racconti, libri di viaggio, letture bibliche e classiche che poi sfogava nei suoi dipinti, bozzetti, acquerelli.
A lui l’Accademia di Belle Arti, in collaborazione con l’Accademia Clementina, il Comune di Bologna, la Soprintendenza per il patrimonio storico e artistico di Bologna dedica una mostra – coordinata da Andrea Emiliani e curata da Fabia Farneti ed Eleonora Frattarolo – che si inaugura domani alle 17,30 (fino al 31 maggio) alla Pinacoteca (via delle Belle Arti 56).
Una selezione di circa 200 opere da un corpus di oltre diecimila carte – da tempo in corso di catalogazione e restauro grazie alla Fondazione Carisbo che sostiene anche la mostra – tra acquerelli, disegni e stampe acquistati nel 1857 dalla stessa Accademia, in cui egli aveva studiato e insegnato per oltre quarant’anni. Nell’esposizione sono presenti anche alcuni dipinti provenienti da collezioni pubbliche e private. Un percorso, quello della mostra, che testimonia le varie attività e i molteplici settori in cui Basoli si cimentò con passione e dedizione durante la sua esistenza, che non lo vide quasi mai allontanarsi da Bologna. Figura di spicco del periodo neoclassico, Antonio Basoli seppe essere precursore di una sensibilità romantica che trasmise nelle sue vedute paesaggistiche di Bologna, cui regalò un’immagine affettuosa, poetica. Amico di Pelagio Palagi con cui frequentò all’epoca degli studi in Accademia Casa Aldrovandi, luogo di ritrovo a Bologna per intellettuali e artisti, iniziò a lavorare come ornatista di interni nella case aristocratiche di Bologna e come scenografo nei teatri bolognesi, della Romagna e delle Marche. La fama di scenografo gli procurò prestigiose commissioni all’estero, che lui però rifiutò sempre. Questa sua predisposizione all’allestimento, all’abbellimento degli spazi lo portò anche all’ideazione di giardini.
Ma è l’anima visionaria, sognatrice forse, a costituire l’aspetto più interessante e intrigante di Basoli. Un artista che diede corpo alle sue visioni, al suo immaginario esotico e fantastico e seguendo il sogno di ridisegnare il mondo produsse magnifiche carte acquerellate che ridisegnavano l’India, la Cina, il Giappone la Russia…Questa indole visionaria quasi pre-cinematografica non è passata inosservata ad un geniale cineasta come Stanley Kubrick che mostrò un notevole interesse verso Antonio Basoli. L’approdo al grande schermo arrivò però con La storia Infinita (secondo film) grazie al bestseller da cui fu tratto il film che aveva usato il suo ricco e stravagante alfabeto pittorico per l’illustrazione.
La mostra è corredata da un catalogo edito da Minerva contenente 160 immagini a colori che ripercorre e analizza le tante sfaccettature dell’arte di Antonio Basoli.
Katia Grancara

martedì 11 marzo 2008

Romanticismo, identità collettive e comunità

Alcuni dei nomi più illustri del panorama degli studi romantici saranno a Bologna dal 12 al 15 marzo per il convegno internazionale "(Trans)national Identities, Reimagining Communities".
E in occasione dell'evento, la Cineteca ospita una rassegna cinematografica sulla figura dell'eroina romantica.
Il convegno si propone di esplorare la vasta costellazione di temi che si incentra attorno alla tumultuosa ri-definizione delle identità collettive e dei concetti di nazione e di comunità che ha avuto luogo in età romantica.
Preceduto da una pre-conferenza su "An Italian in London: the Italian presence on the British Stage from the Renaissance to Romanticism: typologies, migration, evolution", l'evento sarà aperto dalla lezione plenaria di Stuart Curran, docente di Letteratura Inglese alla University of Pennsylvania e dottore honoris causa in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna.
Il convegno vedrà la partecipazione di oltre 250 delegati provenienti da tutto il mondo, alcuni dei nomi più illustri del panorama degli studi romantici.
Il programma del convegno prevede anche una serie di attività culturali e di spettacoli teatrali e musicali, una visita guidata ai Musei Civici del Comune di Bologna e una visita guidata alla Pinacoteca Nazionale di Bologna con lettura di brani estratti da epistolari, diari e racconti di viaggio di viaggiatori europei a Bologna in epoca romantica.
In occasione dell'evento, inoltre, la Sala Scorsese della Cineteca di Bologna (Via Azzo Gardino, 65) ospita la rassegna cinematografica "L'eroina romantica dal testo letterario allo schermo: presente e passato": cinque appuntamenti, fino a martedì 18 marzo, per esplorare attraverso il cinema la figura dell’eroina romantica, non solo in riferimento ad uno specifico periodo storico-letterario, ma come espressione simbolica dell’identità femminile e del suo confrontarsi con le sfide della modernità.
La rassegna è realizzata dal Centro Interdisciplinare di Studi Romantici (CISR), assieme alla Cineteca di Bologna e con il sostegno del Comune di Bologna e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Claudia Morselli

lunedì 10 marzo 2008

Quei Nobel negati alle donne di scienza

Una mostra a Bologna ricorda sei scienziate scippate dai loro colleghi del prestigioso riconoscimento. In 106 anni della sua storia solo 11 le donne premiate.




La foto che, nel 1958, fissò per la prima volta la struttura del Dna è anche la storia di uno scippo tra scienziati. A rievocarla, “Nobel negati alle donne di scienza”, la mostra che fino al 20 marzo a Palazzo Poggi a Bologna ricorderà sei donne scienziate che meritavano il riconoscimento, ma che ne furono derubate dai colleghi maschi.
Come Rosalind Franklin, che fotografò la struttura tridimensionale dei geni umani, ma la cui fama vive all'ombra di chi, alla fine, a quel modello diede il nome. Crick, Watson e Wilkins, i colleghi della Franklin, mostrarono, infatti, per primi la "Photograph 51", la più nitida immagine del Dna mai scattata con i raggi X. Per questo, nel 1962, vinsero il Nobel, quattro anni dopo che la collega era già morta per un tumore.
Pur ammettendo in seguito di aver rubato la foto, anche nei recenti festeggiamenti per i 50 anni della storica scoperta, la Franklin non è mai stata riabilitata.
Ci prova, nel suo piccolo, uno spettacolo, scritto da Elena Pugliese, il cui video è una delle opere della mostra.
A ricordare la Franklin e le cinque colleghe, inoltre, saranno 12 pannelli con alcune foto rielaborate graficamente da due giovani artiste dell'Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, Valentina Gamba e Marta Graziato. Le altre "scippate" sono Jocelyn Bell-Burnell, il cui professore si appropriò della sua scoperta dei pulsar, Lise Meitner, la prima a raggiungere una cattedra di fisica, la collega Chien-Shiung Wu, l'astronoma Annie Jump Cannon e la biologa Nettie Maria Stevens.
Solo 11 Nobel scientifici in 106 anni sono stati assegnati a donne, un risultato che stride con "il contributo enorme dato alla scienza, all'arte e alla società" e una differenza che "ci ha portato a interrogarci sul perché donne che hanno compiuto scoperte così importanti abbiano visto il premio finire ai colleghi maschi", ha spiegato la prorettrice dell'Ateneo di Bologna Paola Monari.
La mostra, curata da Lorenza Accusani e organizzata dall'Università e dalla Regione Emilia-Romagna, ha esordito l'anno scorso alla Triennale di Milano e verrà esposta anche al Parlamento Europeo.
Claudia Morselli

domenica 9 marzo 2008

Disagio sociale, genere, migranti e nomadi

Dal 10 marzo al 5 aprile dibattiti, tavole rotonde, mostre e spettacoli per costruire una città accogliente.

Lasciarsi andare alla deriva del territorio metropolitano, abbandonare le rotte segnate dalla ricchezza e dal benessere e naufragare nel mare delle fragilità sociali, per trovare le giuste chiavi di lettura del sociale e imparare a convivere, senza escludere.
A farci da guida in questo percorso arriva "Naufragi - Festival delle fragilità metropolitane", che si svolgerà a Bologna da lunedì 10 marzo al 5 aprile 2008 con l'intento di offrire all'intera città, attraverso dibattiti, convegni, mostre e spettacoli, un momento inedito di riflessione sugli usi e sulle pratiche sociali che attraversano la spazio metropolitano, tra disparità evidenti e tentativi d'integrazione.
Voluto dalla Consulta per la lotta all’esclusione sociale e organizzato da Arc-en-ciel Onlus Associazione di volontariato, La Piccola Carovana Coop. Sociale, La Strada di Piazza Grande Coop. Sociale, Mondo Donna Onlus Associazione, Nuova sanità Coop. Sociale, il Festival delle fragilità metropolitane tenterà di ragionare sul tema dell'immigrazione e dell'accoglienza attraverso quattro differenti percorsi, con un ricco calendario di incontri e importanti iniziative.
L’inaugurazione di “Naufragi” - sostenuto dal centro servizi per il volontariato di Bologna - si terrà lunedì 10 marzo alle 17.30 nei laboratori del Dipartimento di Musica e Spettacolo in Via Azzo Gardino 65: saranno aperte al pubblico la mostra foto-giornalistica di Luciano Nadalini e Gregorio Dimonopoli dal titolo “Circa vent’anni. Migrazioni a Bologna con gli occhi e l’inchiostro” e quella di Emiliano Facchinelli “Un anno a Villa Salus”.
Alla sera invece, alle 22 alla Scuderia di Piazza Verdi, ci sarà il concerto di “Alexian” Santino Spinelli che, con il suo gruppo, proporrà un viaggio ideale nella musica romanì dall’India al jazz.
Claudia Morselli

sabato 8 marzo 2008

Non solo mimose ...

La Giornata Internazionale della Donna, comunemente però definita Festa della Donna è un giorno di celebrazione per le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne ed è una festività internazionale celebrata in diversi paesi del mondo occidentale l'8 marzo.
L'usanza di regalare mimose in occasione della festa non è invece diffusa ovunque.
L'8 marzo era originariamente una giornata di lotta, specialmente nell'ambito delle associazioni femministe: il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli.
Tuttavia nel corso degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po' sfumando, lasciando il posto ad una ricorrenza caratterizzata anche - se non soprattutto - da connotati di carattere commerciale e politico.
In Italia è molto diffusa una storia che fa risalire l'origine della festa ad un grave incidente avvenuto negli Stati uniti, l'incendio dell'industria tessile Cotton.
Secondo questa storia nel 1908 a New York, alcuni giorni prima dell'8 marzo, le operaie dell'industria tessile Cotton iniziarono a scioperare per protestare contro le condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero proseguì per diversi giorni finché l'8 marzo Mr. Johnson, il proprietario della fabbrica, bloccò tutte le vie di uscita. Poi allo stabilimento venne appiccato il fuoco (alcune fonti parlano di un incendio accidentale). Le 129 operaie prigioniere all'interno non ebbero scampo.
E a proposito di conquiste sociali, consentiteci una segnalazione personale: da qualche giorno, la nostra amica e collega Katia Grancara ha iniziato a collaborare con il quotidiano “il Bologna”.
I nostri calorosissimi Auguri di una bellissima e lunghissima carriera a Katia, e soprattutto con la speranza che in futuro non si dimentichi del piccolo blog da cui è partita, e che quindi, ogni tanto, continui a venirci a trovare su queste pagine virtuali.
Infine un Augurio Speciale alla nostra amica e mitica “Maestra”, Benedetta Cucci, a cui noi tutti dobbiamo l’idea e la nascita di questo blog, che, “molto umilmente”, ma con grande passione, stiamo cercando di portare avanti.
Lo Staff di Bologna Freelance

venerdì 7 marzo 2008

Buon Compleanno Anna!

Cento anni fa nasceva Anna Magnani, e a oltre trenta anni dalla sua scomparsa il suo volto rappresenta ancora nel mondo un'icona inalterabile del cinema italiano e di un certo modo di intendere il mestiere d'attore.
La Cineteca di Bologna renderà omaggio al centenario della nascita di Anna Magnani (7 marzo 1908) con una retrospettiva sui film interpretati dall'attrice italiana, che durerà tutto il mese di marzo.
Ad aprire l'evento, lunedì 10 marzo alle ore 20.00 al Cinema Lumière di Bologna, sarà la testimonianza di chi l’ha conosciuta bene, Carlo Di Carlo, che nel 1962 ha lavorato al fianco di Pasolini nel film "Mamma Roma" (1962, Italia) in cui la Magnani interpretò uno dei suoi ruoli più memorabili.
Di Carlo introdurrà la proiezione del capolavoro pasoliniano, nella versione restaurata da Mediaset – Cinema Forever, che sarà preceduta da un raro e importante documento audio: il "Diario al registratore" che Pasolini registrò durante la lavorazione del film per poi pubblicarlo sulle pagine de “Il giorno".
Tra le pellicole proiettate, anche il documentario di Chris Vermorcken "Io Sono Anna Magnani" (1979, Belgio).
La retrospettiva, chiamata per l'occasione Buon Compleanno Anna!, si concluderà il 31 marzo con "Molti Sogni per le Strade" (1948, Italia) di Mario Camerini.
Claudia Morselli

giovedì 6 marzo 2008

MUSICA, UN PROGETTO PER LA VALORIZZAZIONE DELLA FILIERA

Partita mappatura di soggetti, luoghi ed eventi legati al settore.

Nell'ambito del riconoscimento Unesco di Bologna "Città creativa della Musica", PromoBologna, in coordinamento con il Comune di Bologna, ha iniziato un lavoro di mappatura sul territorio bolognese per la ricostruzione e riclassificazione dei soggetti (enti e istituzioni, associazioni, imprese e professionisti), dei luoghi (teatri, locali, spazi religiosi e pubblici) e degli eventi (festival, rassegne, stagioni concertistiche) attraverso cui la musica viene "prodotta" e "consumata".
Il progetto di ricerca prende il via da esigenze legate al riconoscimento dell'Unesco: è di vitale importanza infatti avere un quadro esaustivo e completo del settore musicale bolognese, per portarlo all'attenzione internazionale e per procedere ad una valorizzazione della filiera.
Tra gli obiettivi del network Unesco è prevista l'incentivazione dello sviluppo della creatività e le partnership pubblico-privato; la predisposizione di progetti e azioni volte a raggiungere obiettivi economici e sociali e culturali attraverso iniziative creative; la promozione di studi sull'impatto economico delle industrie creative; l'incentivazione dello sviluppo dell'industria creativa a fini turistici.Il progetto, che verrà realizzato in 3 fasi (gennaio-luglio 2008), cercherà di soddisfare molteplici obiettivi: verificare l'esistenza di un vero e proprio "distretto culturale della musica", analizzare i punti di forza/debolezza e le criticità/opportunità del settore musicale, valutare l'impatto economico in termini occupazionali e di valore aggiunto.
Le informazioni raccolte serviranno per fornire per la prima volta una mappatura aggiornata e completa dei protagonisti del settore sul territorio.
E soprattutto per predisporre insieme agli attori della filiera e alle istituzioni proposte operative per lo sviluppo del settore a Bologna e per attivare azioni di marketing territoriale che possano valorizzare l'identità musicale bolognese in Italia e a livello internazionale, rafforzando l'attrattività del settore.
Sarà infine un'occasione per parlare di "musica" non solo per il suo valore culturale, ma anche per
la sua rilevanza economica.
Il progetto di mappatura ha preso il via con un primo censimento dei soggetti (gennaio-febbraio) - base di partenza non definitiva dell'intera ricerca - dei luoghi e degli eventi del settore musicale bolognese.
Secondo i primi dati raccolti da PromoBologna le imprese attive nel comparto sono 158, i liberi professionisti 103, le associazioni 67, le istituzioni e gli enti 15.
I luoghi in cui a Bologna viene consumata musica risultano ad una prima ricognizione 66 mentre gli eventi sono 61.
Un quadro variegato che mostra un "sistema musica" complesso dalla grande capacità creativa e
da elevati livelli professionali e imprenditoriali.
Il lavoro sul campo - curato da un team con diverse specializzazioni - ha preso avvio il 29 febbraio con una riunione che ha visto la partecipazione di vari soggetti del settore, dalle associazioni alle imprese agli enti.
Sono previsti incontri singoli, schede di rilevazione e ulteriori riunioni con l'obiettivo di completare la mappatura entro maggio, di predisporre il rapporto di analisi nel mese successivo ed elaborare le proposte di valorizzazione e di sviluppo del settore condivise tra le istituzioni e i protagonisti del comparto nel mese di luglio.
L'originalità del lavoro riguarderà in primo luogo gli obiettivi che la ricognizione si propone, ma anche la scelta di applicare questo modello di ricerca ad un settore multidisciplinare che appartiene alla cosiddetta economia della cultura e della creatività (che sempre più sta assumendo rilevanza nelle economie avanzate e quindi anche per il territorio bolognese) e che presenta molte
diversità dalle tradizionali filiere manifatturiere.
(Uff.Stampa PromoBologna)

mercoledì 5 marzo 2008

L’arte leggera del far ridere

Imitatore, comico, attore di teatro e di cinema, conduttore televisivo, donnaiolo.
Ma più di tutto, gran parlatore.
Questo era Walter Chiari.
Quella sua capacità innata e imprevedibile di intrattenere il pubblico per ore, di improvvisare, di interpretare diversi personaggi.
Tanto che alla fine la sua non era più una recita, ma una tranquilla e spontanea chiacchierata tra amici.
E per chi lo ha amato non c’è omaggio più grande che possa fargli che una chiacchierata in suo onore.
Questo l’intento di Matteo Belli – mimo-fantasista, attore e autore di teatro – che stasera alle 22.00 al Teatro Eden-I Portici Hotel porta in scena Le guerre di Walter.
Uno spettacolo su testi originali di Walter Chiari in omaggio alla sua arte affabulatoria, che Matteo Belli dedica «…a tutti coloro che pensano che l’uomo diventi adulto quando ritrova la serietà del gioco di un bambino, a tutti coloro che ad uno Shakespeare fatto male preferiscono una barzelletta raccontata bene».
L’attore bolognese non è nuovo a questo genere di teatro solista: lui, il palco e il suo pubblico anche in "Gente intendete questo sermone"(monologhi giullareschi medioevali e moderni), uno dei suoi ultimi lavori.
In questi spettacoli-monologhi Matteo Belli cerca di riscoprire e riattualizzare per lo spettatore contemporaneo l’antica sapienza dell’intrattenimento, usando come unici strumenti il linguaggio corporeo, quello vocale, nella sua variegata gamma di timbri sonori, e la risata, il più nobile degli strumenti.
E ciò lo avvicina a quel gran monologhista che fu Walter Chiari, l’uomo, più che l’attore, che a detta di Gino Bramieri inventò il dialogo col pubblico.
Guerre – spiega Belli – perché Walter Chiari creò alcune delle sue più famose macchiette e storie – memorabili l’alpino Toni Betteton, i marziani, il sommergibile – nell’immediato dopoguerra, come se nella semplicità di una risata volesse indicare al Paese la strada per rinascere, per risollevarsi.
E se c’è un’eredità che Wallter Chiari ha lasciato agli italiani e ai comici che sono venuti dopo di lui – oltre all’indimenticabile Sarchiapone – è proprio quell’arte leggera di saper ridere e prendere con ironia gli alti e bassi della vita.
Per uno come lui che visse con entusiasmo una vita di corsa, in cui uomo e personaggio, scena e fuoriscena si mescolavano, rincorrendo successi e delusioni, questa esuberanza e leggerezza furono forse la sua arma vincente, nella vita e nello spettacolo.
Ciò che lo rendeva più umano, e perciò amato, anche se non da tutti e forse in ritardo.
Seppe ridere e prendersi in giro fino all’ultimo, anche quando ricoverato in clinica per un malore, poco prima di venire colpito da un infarto, dichiarò: «Sto bene sto bene, il mondo dello spettacolo non può fare a meno di me».
Si congedò lasciandoci un’ultima battuta: «Non vi preoccupate, è tutto sonno arretrato», incisa per i posteri nel suo epitaffio.
Katia Grancara

lunedì 3 marzo 2008

Il Casalone cambia casa

È toccato al TPO, al Link, al VAG, ora è la volta del Casalone.
L’associazione “Casalone Rock Club – il Sottotetto” (costituitasi nel ’93) lascia la storica sede di Viale Zagabria – occupata dagli anni ’90 assieme al Covo – e si trasferisce nell’ex vivaio comunale di via Viadagola 16.
Un trasloco atteso e studiato, possibile grazie ad una convenzione che il Comune ha stipulato con l’associazione in collaborazione anche col quartiere San Donato. E dietro al quale – precisa Anna Patullo, assessore all’Ambiente con delega alle politiche giovanili – c’è un progetto preciso: la volontà cioè di rivedere, sistemare e riorganizzare tutti gli spazi per i giovani.
Nato a metà degli anni ’80 nel quartiere San Donato come centro di aggregazione giovanile e di promozione musicale, il Casalone è diventato negli anni un punto di riferimento nel panorama bolognese, non solo musicale, ma anche culturale in senso più ampio.
Spazio nuovo dunque, ma continuità nelle attività dell’associazione, tra cui quelle di solidarietà che da anni la vedono impegnata in progetti ed iniziative nei paesi in via di sviluppo.
A ciò si aggiungono le opportunità-potenzialità offerte da questa nuova collocazione, in primis l’autogestione dello spazio verde che circonda lo stabile assegnatole e la possibilità di sfruttare energie alternative, come quella solare. Si parla di 1,5 ettari di terreno (dei 13 complessivi dell’area), recintato dalla stessa associazione, che si vuole sfruttare anche per attività extra-musicali, scolastiche, sportive, culturali.
La vicinanza poi dell’ ex vivaio alla facoltà di agraria – spiega il Preside Andrea Segré – fa sperare che questo nuovo spazio giovanile possa diventare un luogo di incontro e di riferimento per i suoi studenti.
Uno spazio insomma da vivere sia di notte che di giorno, anche attraverso proposte ed eventi organizzati in sinergia con il quartiere e altre realtà associative.
La programmazione ufficiale sarà disponibile solo da maggio, ma qualche anticipazione è già possibile farla. In rispetto della lunga tradizione il venerdì rimarrà la serata del funky con i djs Zeta e Molla, il sabato del reggae/dub/hip pop con i djs Pier Tosi e Mongardino Posse ed eventuali ospiti. Il resto della settimana sarà dedicato invece alla musica dal vivo, una tradizione che a Bologna si è un po’ persa e che si vorrebbe poter rilanciare. Già confermata la presenza di Ritchie Kotzen ex Mr.Big/Poison (6 marzo), degli House of Lords (26 marzo), dei Twin Dragons (3 aprile), dei Tygers of Pan Tang (13 aprile).
I presupposti ci sono tutti e la volontà pure.
Unica nota dolente in questo quadro agreste è la mancanza di un collegamento pubblico con il centro. Problema non da poco, se si pensa che i frequentatori di questi spazi sono soprattutto studenti, molti dei quali fuori sede, non automuniti. Si sta pensando anche a questo – afferma l’assessore – ma una soluzione praticabile (l’ipotesi è quella di un accordo con l’ATC per un autobus dedicato che colleghi i principali centri sociali) non è ancora stata trovata.
Se si riuscirà anche in questo potremo allora dire che si è fatto davvero qualcosa di nuovo.
Katia Grancara

domenica 2 marzo 2008

DIETRO LE QUINTE SUL PALCO

Incontro aperto al pubblico per scoprire come nascono gli spettacoli.

Dopo il successo e la grande partecipazione al primo appuntamento del nuovo ciclo Dietro le quinte sul palco, giunto alla sua terza edizione, ecco una nuova ed entusiasmante occasione per avvicinarsi al mondo dello spettacolo e della musica da una prospettiva diversa, partecipativa e celebrativa al tempo stesso.
Lunedì 3 Marzo alle ore 21, infatti, salirà sul palco del Teatro delle Celebrazioni GIOVANNI ALLEVI questa volta per raccontarsi, in un incontro-intervista aperto al pubblico e condotto dal giornalista Claudio Cumani.
Il pubblico in sala sarà invitato a porre domande direttamente all'artista, per ripercorrere le avventure e le vicissitudini, il coraggio, l'impegno e la passione, che lo hanno portato a calcare i palcoscenici dei più importanti teatri internazionali, oltre a scoprire i segreti del “mestiere” e quell'insieme di processi, elaborazioni e alchimie che portano alla creazione della sua musica.
Giovanni Allevi, compositore e pianista, rielabora la tradizione classica europea aprendola alle nuove tendenze pop e contemporanee, già nei suoi primi lavori mostra la freschezza della sua invenzione musicale e l'attualità della sua produzione compositiva, riscuotendo ampi consensi di critica.
La sua affermazione di artista internazionale inizia quando la musicista giapponese Nanae Mimura, propone alcuni brani di "13 Dita” alla Carnegie Hall di New York.
Il tour internazionale che parte dal palco dell'HKAPA Concert Hall di Hong Kong, nel giugno 2004, è il segno di una crescita artistica inarrestabile, che il 6 marzo 2005 lo porterà ad esibirsi sul palco del tempio mondiale del Jazz: il “Blue Note” di New York, dove registra due strepitosi sold-out.
Nel 2005 riceve due importanti riconoscimenti: a Vienna è insignito dell’onoreficenza di “Bosendorfer Artist”, per la “valenza internazionale della sua espressione artistica”, e dalla sua terra di origine, il Premio “Recanati Forever per la Musica” per “l’eccellenza e la magia con cui accarezza i tasti del suo pianoforte”.
Al termine della lunga tournèe internazionale registra "JOY", il suo quarto album di pianoforte solo.
La critica nazionale ed internazionale lo definiscono "il genio italiano del pianoforte", "il Mozart del 2000", decretando Giovanni Allevi portavoce nel mondo della nuova creatività musicale italiana.
Giovanni Allevi sarà poi in concerto al Teatro delle Celebrazioni dal 4 al 6 marzo, con il suo tour “Allevilive”, che prende il nome dall’ultimo album (uscito l’ottobre scorso) del compositore e pianista marchigiano, un doppio disco dal vivo che racchiude l’ inedito “Aria” e 26 composizioni tratte dai quattro album di Allevi per pianoforte solo (“13 Dita” pubblicato nel 1997, “Composizioni” pubblicato nel 2003, “No Concept” pubblicato nel 2005 e “Joy” pubblicato nel 2006).
Claudia Morselli

I Leoni di Cannes arrivano a Bologna

Per il secondo anno, domani, domenica 2 marzo, alle 20.30 alla Sala Multimediale Mascarella in Via Mascarella 44, saranno proiettati gli spot che hanno partecipato a “I Leoni di Cannes 2007” massimo riconoscimento internazionale per il mondo dei pubblicitari, dei creativi e delle agenzie di pubblicità di tutto il mondo.
Arrivano, come nella prima edizione, sotto forma d’evento pubblico a partecipazione gratuita, grazie alle associazioni di categoria Federpubblicità Bologna e TPTecnici Pubblicitari Professionisti Emilia Romagna.
I Leoni di Cannes rappresentano il massimo concorso internazionale per il mondo dei pubblicitari, dei creativi e delle agenzie di pubblicità di tutto il mondo.
I Leoni di Cannes 2007, 54° Festival Internazionale dell’Advertising, si sono tenuti dal 17 al 23 giugno 2007, come di consueto a Cannes, sulla Costa Azzurra, in Francia.
Edizione da record: ben 25.000 candidature per le 9 categorie del festival; 67 seminari e workshop (ospite di rilievo Al Gore con il suo intervento sull’industria dell’advertising come strumento di sensibilizzazione sui cambiamenti climatici); 11.000 visitatori registrati da oltre 75 paesi del mondo e 9.000 accrediti di professionisti del settore.
Cannes 2007 è stata anche un’edizione portatrice d’innovazione anticipando per il 2008 l’entrata in concorso della nuova categoria “Design”, annunciata dal Ceo del festival Philip Thomas, tra i premi che saranno assegnati nella futura edizione, portando a dieci le categorie degli award in palio.
I “Design Lions” premieranno l’uso creativo e innovativo del design per lo sviluppo e la comunicazione di un prodotto o di un brand.
Quest’anno, il “premio dei premi”, ovvero il Grand Prix, è andato allo spot “EVOLUTION”, un filmato di 74 sec. sul prodotto DOVE della UNILEVER, diretto da Yael Staav e Tim Piper, per l’agenzia OGIVLY & OMATHER di Toronto.
Uno spot simbolico, che mostra quanto sia artefatto il canone di riferimento odierno di bellezza e rilancia un concetto, ad oggi desueto, di bellezza autentica.
Purtroppo, nessun’agenzia italiana si è classificata per questa categoria.
Segnaliamo, il BRONZO vinto dall’agenzia ADMCOM di Bologna, nella categoria OUTDOOR con “KEEP PLAYING”, realizzato per il cliente CASINO’ DI VENEZIA e il BRONZO vinto dall’agenzia ARNOLD WORLDWIDE ITALY di Milano, nella categoria DIRECT con “VOODOO KIT”, realizzato per promuovere la stessa agenzia nel mercato B2B.
Claudia Morselli