lunedì 28 gennaio 2008

A Bologna si decide il futuro del telescopio Hubble

150 scienziati da tutto il mondo sotto le due torri dal 29 al 31 gennaio per discutere dell’ultima sfida del leggendario satellite

Dato più volte per spacciato, vittima da una parte della veneranda età (18 anni) e dall’altra dei tagli ai finanziamenti per le missioni spaziali ad alto rischio, il Telescopio Spaziale Hubble - il gioiello della NASA e dell’ESA che ha rivoluzionato le nostre conoscenze sull’Universo - sta per vivere un’ultima stagione di successi. È stata infatti approvata dalla NASA una quarta e ultima missione di manutenzione, prevista per il prossimo agosto, che garantirà a Hubble altri quattro anni di attività. Quattro anni che gli astrofisici intendono utilizzare nel migliore dei modi. Per decidere come, si riuniranno a Bologna oltre 150 scienziati da tutto il mondo, da domani e fino al 31 gennaio, per un workshop internazionale organizzato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica e dall’Università di Bologna.
Hubble si è dimostrato uno strumento insostituibile per la comunità scientifica mondiale. Grazie alla sua capacità di osservare l’Universo molto più in profondità di ogni altro telescopio (e dunque molto più indietro nel tempo) e con una risoluzione spaziale talmente elevata da permettere di distinguere le singole stelle all’interno degli ammassi globulari, ha segnato un’intera generazione di astronomi.
Mai nessun telescopio spaziale è stato tanto “coccolato”. D’altronde, Hubble è un satellite leggendario. Messo in orbita nel 1990, ha regalato alla comunità scientifica e al grande pubblico diciotto anni di dati eccezionali, di immagini suggestive e di emozioni. Già, perché per raggiungere la qualità ineguagliabile che lo caratterizza, e per mantenersi in perfetta forma fino alla maggiore età, sono state necessarie ben tre missioni spaziali di manutenzione (1997, 1999 e 2002). Senza contare l’intervento radicale, effettuato nel 1993, per risolvere un problema di messa a fuoco, una tra le missioni più complesse e ardite che gli astronauti della NASA si siamo mai trovati ad affrontare. Ora, grazie alla missione di agosto 2008, Hubble potrà raggiungere l’apice delle sue possibilità. E forse riuscirà persino a individuare, per la prima volta, un buco nero all’interno di un ammasso globulare: probabilmente uno tra i desideri proibiti in cima alla lista che uscirà dal convegno bolognese.
Claudia Morselli

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