domenica 4 maggio 2008

Regali e regole




Fino al 29 giugno sarà visitabile, presso lo SpazioGAM del MAMbo, “Regali e regole. Prendere, dare, sbirciare nel museo” con progetti ideati e creati per l’occasione da Stefano Arienti e Cesare Pietroiusti.

La mostra, che ha fatto da evento inaugurale per lo SpazioGAM, illustra in maniera chiara la futura linea guida delle iniziative che troveranno sede in questa parte del museo bolognese, non a caso attigua alla collezione permanente: qui infatti vengono esposte opere nate da attività sperimentali e laboratoriali volte a sviluppare una maggiore interazione con la città e il territorio oltre che una divulgazione delle più attuali ricerche artistiche.
In questa occasione opere frutto dell’inedita collaborazione fra due dei più significativi artisti italiani sono affiancate a loro importanti opere del passato sviluppando così, da una parte, un dialogo continuo sui temi e sulle problematicità che investono oggi l’arte contemporanea (l’autorialità, il valore dell’opera d’arte, la sua distribuzione e la sua conservazione, la partecipazione del pubblico) e, dall’altra, i punti di partenza della rispettiva ricerca mostrandone convergenze e complementarità.
Così un’intera parete ricoperta da centinaia di disegni prodotti durante il workshop condotto dagli artisti nella settimana precedente la mostra mediante l’utilizzo dei materiali e delle tecniche che gli sono propri (vino Sangiovese di Romagna o acqua di rubinetto su carta per Cesare Pietroiusti e disegno a mano libera per Stefano Arienti) diventa il simbolo di un’opera viva, mutevole e per la prima volta alla portata, economica, di chiunque; qualunque visitatore infatti può, nel rispetto di regole prestabilite e fino ad esaurimento, prendere e portare via uno dei disegni originali esposti.
Il pubblico è protagonista anche nella realizzazione di “Disponibilità della cosa” la scultura creata dai due artisti durante la serata inaugurale dello scorso 5 aprile con banconote da 50 euro donate dai visitatori presenti; tale iniziativa sancisce la nascita di nuova forma di mecenatismo low budget.
Gli offerenti infatti si trasformano per la prima volta da semplici spettatori a veri e propri compartecipanti di un’opera di cui in caso di eventuale vendita futura riceveranno gli utili realizzati.
Qui le piegature di Stefano Arienti, già presenti in mostra con un’opera del 1988 “Turbine”, convergono nelle alterazioni di Cesare Pietroiusti fondendosi in un oggetto in cui le implicazioni estetiche e economiche sono completamente indistricabili.
L’indefinibilità del progetto e il suo continuo sforamento verso territori di condivisione tra artista e pubblico, e finora mai esplorati da un museo italiano, continueranno per tutta la durata dell’esposizione e si concluderanno per il finissage quando tra il 28 e il 29 giugno Stefano Arienti e Cesare Pietroiusti resteranno per 24 ore consecutive all’interno del museo per incontrare i visitatori e discutere con loro.
Claudia Morselli

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