martedì 13 maggio 2008

Confinate fra quelle mura: Ildegarda, Santa Cristina e la musica delle monache

Ora et labora, predicava la Regola benedettina. C’era un tempo per la preghiera (comunitaria e personale) e un tempo per il lavoro. Che non era solo quello fisico.
Nei monasteri e nei conventi ci si dedicava allo studio delle Sacre Scritture, ma anche delle scienze e delle arti. Come la musica. Perché anche attraverso il canto si lodava il Signore.
La pratica musicale è stata spesso considerata appannaggio delle comunità monastiche maschili, ma è stato accertato che fosse invece una consuetudine centrale anche nei conventi femminili.
A Bologna, ad esempio, c’era il Convento di Santa Cristina, appartenente all’ordine camaldolese, fondato nel 1097 nel territorio dei gessi bolognesi e trasferito poi alla metà del Duecento dentro le mura nel Convento di Santa Cristina della Fondazza (Piazzetta Morandi 2).
E proprio in questa cornice stasera alle 21 si terrà il primo concerto della rassegna “Note Muse”, un viaggio dal Medioevo ai giorni nostri attraverso l’arte musicale delle grandi compositrici. Il progetto intende dare visibilità, con seminari, conferenze e concerti, ad un repertorio che è ancor oggi poco conosciuto e valorizzato: quello delle musiche composte da donne. Fatta eccezione per quelle che affiancarono il lavoro di mariti, padri e fratelli celebri (Anna Magdalena Bach, Clara Schumann, per citarne qualcuna) restano a volte nell’ombra nomi come la mistica e visionaria Hildegard Von Bingen, la grande clavicembalista Elisabeth-Claude Jacquet de la Guerre, musicista ufficiale del Re Sole, Anna Bon alla corte di Federico Il Grande.
Si inizia il viaggio stasera con la musica sacra nata fra le mura dei conventi (da quella di Ildegarda a quella di Lucrezia Orsina Vizzana che soggiornò proprio nel convento di Santa Cristina), eseguita da Cappella Artemisia, con la partecipazione dell’attrice Francesca Mazza. Fondata nel 1991 dall’americana Candace Smith (in Italia dal 1978) che la dirige, Cappella Artemisia è un ensemble di voci e strumenti che si dedica alle musiche dei monasteri femminili italiani del ‘500 e del ‘600. Il nome del gruppo si ispira a quello della pittrice Artemisia Gentileschi, figura particolarmente in vista nel mondo dell'arte italiana del Seicento.
L’Ensemble ha sei CD al suo attivo incisi con la casa discografica Cactus, tutti accolti favorevolmente da critici musicali e storici in Italia e all’estero.
Mercoledi’ 14 maggio (ore 16-19) invece al Conservatorio di Bologna di Piazza Rossini 2 si parlerà di donne compositrici nell’epoca romantica con Maria Pia Casalena e Piero Mioli e sempre il romanticismo musicale al femminile sarà il tema del concerto di venerdì 16 maggio (ore 21, Convento di Santa Cristina) con un omaggio a Clara Schumann con l’Orchestra del Conservatorio di Bologna diretta da Nicoletta Conti.
Il programma completo della rassegna è consultabile al sito http://www.euterpemousike.com/sitonotemuse/programma.html
Katia Grancara

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